Come un piccolo granello di seme formerà un giorno un albero meraviglioso, così è la fede: la nostra vita ha tutto un significato escatologico, celeste. Esiste veramente il Cielo. Se non ci rendiamo conto che la vita è come un fidanzamento, ma le nozze sono nel Cielo, non capiamo neppure quello che ci accade.
Così, senza Cristo, quando nella nostra vita si manifesta una sofferenza, quando nel lavoro, nel matrimonio, nella salute ci troviamo ad affrontare da soli un evento che ci distrugge (potrebbero essere i tuoi figli, il carattere di tuo marito, una delusione sul lavoro…) noi tutti ci ritroviamo nella notte. Per quanto mettiamo tutto il nostro sforzo, la nostra buona volontà, anche il nostro amore, non riusciamo a passare oltre un limite. Questo è il limite che ci fa presente la morte.
Solo quando facciamo crescere il seme della fede che abbiamo ricevuto nel battesimo possiamo sperimentare la capacità di vedere la Luce, riconoscere Cristo, fidarci di Lui, ricevere la vita Eterna dentro di noi che vince queste tenebre: allora la nostra delusione diventerà esperienza di Risurrezione. Questa esperienza di Cristo ci dà oggi la caparra, lo Spirito Santo, cioè noi riceviamo già, dentro di noi, la vita immortale.
“Questo granello sospeso alla croce ebbe tanta forza che, sebbene fosse egli stesso inchiodato, con una sola parola strappò il ladrone dal legno e lo portò nelle delizie del paradiso; questo grano, ferito nel fianco dalla lancia, stillò una bevanda per gli assetati d’immortalità; questo grano di senape, tolto dal legno e sepolto nell’orto, riempì coi suoi rami tutta la terra” (San Giovanni Crisostomo, Omelia).