Il Papa
esorta i fedeli a riconoscere Cristo stesso
in ogni fratello abbandonato o escluso (Mt 25,40.45). “La fede colma di motivazioni inaudite il riconoscimento dell’altro. Perché chi crede può arrivare a riconoscere che Dio ama ogni essere umano
con un amore infinito e che gli conferisce con ciò una dignità infinita- evidenzia il Pontefice-. A ciò si aggiunge che crediamo che Cristo ha versato il suo sangue per tutti e per ciascuno. E quindi
nessuno resta fuori dal suo amore universale. E se andiamo alla fonte ultima, che è la vita intima di Dio, ci incontriamo con una comunità di tre Persone, origine e modello perfetto di ogni vita in comune. La teologia continua ad arricchirsi grazie alla riflessione su questa grande verità”. Nel 2013 al IV Congresso Missionario Americano in Venezuela c’erano circa
4000 partecipanti da tutto il continente. Ma soprattutto dall’America del Sud, tra cui molti giovani. Già si avvertiva con chiarezza e gioia la dimensione del popolo, che si fonda e cresce su una Parola di Dio letta nella storia e
nella vita dei popoli e dei poveri. Il cui ascolto libera, dà speranza, integra, guarisce, dà gioia anche nelle difficoltà, come si percepiva nei canti e nelle m
anifestazioni gioiose di religiosità popolare. Jorge Mario Bergoglio è un vescovo che vive nel profondo la rivoluzione del Concilio, che chiedeva una riforma della Chiesa. Lo spirito del Vaticano II vive nelle sue parole, nelle omelie, in un’idea di Chiesa
madre di umanità, che guarda con simpatia a tutti.