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I nonni: gli angeli custodi dei nipoti

“Ecco, io mando un Angelo davanti a te per custodirti sul cammino – si legge nel libro dell’Esodo – e per farti entrare nel luogo che ho preparato”. Le parole dell’Esodo sono ripetute nel Salmo: “Egli per te darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutte le tue vie”. Nel Vangelo di Matteo poi, è Gesù stesso che ne parla indicando un loro importante compito: “Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli”.  Oggi, 2 ottobre, la Chiesa celebra i Santi Angeli Custodi. Dal suo inizio fino all’ora della morte, ogni vita umana è circondata dalla loro incessante protezione. Nel suo significato etimologico la parola deriva dal greco ángelos che significa messaggero. Essi, fin dalla creazione e lungo tutta la storia della salvezza, annunciano la salvezza e servono la realizzazione del disegno salvifico di Dio: chiudono il paradiso terrestre, proteggono Lot, salvano Agar e il suo bambino, trattengono la mano di Abramo, guidano il popolo di Dio, annunziano nascite e vocazioni, assistono i profeti. Infine, è l’arcangelo Gabriele che – dopo quella di Giovanni Battista – annunzia la nascita di Gesù.

La preghiera dell’Angelo custode è una delle prime che imparano i bambini ed una delle loro preferite. Crescendo si tende a pensare che sia una cosa per bambini e spesso si smette di pregarla. D’altro canto gli angeli, probabilmente dopo che Raffaello li ha affrescati magnificamente affacciati, sono divenuti oggetto di merchandising. E’ bene quindi ricordare che il Catechismo della Chiesa Cattolica stabilisce che la loro esistenza è una verità di fede. Nei giorni scorsi ha fatto il giro del mondo il riconoscimento del Vaticano – non sulla soprannaturalità degli eventi – su Medjugorje. In quell’occasione il Cardinal Fernandez, prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede, ha ribadito che il riconoscimento delle apparizioni della Madonna – come a Fatima o Lourdes – non rappresenta un dogma di fede, dunque ogni fedele può scegliere se aderire o no. L’esistenza degli angeli invece è una verità di fede.

Da 19 anni in Italia il 2 ottobre si celebra anche la Festa dei nonni. La legge n. 159 del 31 luglio 2005 all’art.1 stabilisce: “È istituita la ‘Festa nazionale dei nonni’ quale momento per celebrare l’importanza del ruolo svolto dai nonni all’interno delle famiglie e della società in generale”. Da allora la festa dei nonni è diventata una festività civile. La data del 2 ottobre è stata scelta in affinità alla tradizione cattolica nel giorno in cui si ricordano gli angeli custodi. Nella società italiana i nonni ricoprono un ruolo fondamentale nella vita dei loro nipoti. Sono presenti e sostituiscono i figli, divenuti genitori, che lavorano tutto il giorno per sostenere le famiglie. Inutile ricordare che spesso offrono una stabilità finanziaria a fronte di un mercato del lavoro in cui la precarietà è aumentata. La loro presenza dona stabilità emotiva ai nipoti, contribuendo alla loro crescita relazionale e trasmettendo valori come l’impegno, il rispetto e la gentilezza. D’altra parte i nonni divengono protagonisti: i nipoti sono fonte di gioia e rappresentano una finestra aperta sul futuro. I nonni sono un po’ come gli angeli custodi dei nipoti.

E lo possono essere davvero. Da anziani si abbassa l’orgoglio e, nonostante l’udito incerto, si ascolta meglio. Abbiamo già detto che la realtà invisibile è una verità di fede. Dunque può facilmente accadere che gli angeli custodi dei nonni dialoghino meglio con quelli dei nipoti e così aiutarli. Questa interconnessione angelica può avvenire tra tutti. Tutti possono essere strumenti della premura di Dio verso le persone a condizione che si mettano in ascolto del proprio angelo custode che suggerisce il bene non solo per sé stessi ma anche per gli altri.

E’ quello che accadeva a Padre Pio. A chi chiedeva a Padre Pio un aiuto, un ricordo nelle preghiere per qualche difficoltà particolare, rispondeva: “Quando hai bisogno mandami il tuo angelo custode”. Si narra che un giorno un suo figlio spirituale gli chiese se capisse veramente quello che gli mandava a dire il suo angelo custode. E il padre rispose: “E che, mi credi sordo?”.

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