Criminalità, estremisti islamici e violenze inter-etniche. La Nigeria è diventata una Nazione dove religiosi e fedeli cristiani rischiano la vita ogni giorno, uno dei Paesi dove la persecuzione anti-cristiana si palesa con i risvolti più sanguinosi.
Tra i fenomeni più diffusi nel Paese africano quello del rapimento a scopo di riscatto. Ieri “Aiuto alla Chiesa” ha reso noto che lo scorso 19 maggio è stato sequestrato un sacerdote cattolico, don Jude Kingsley Maduka, parroco della parrocchia cattolica di Cristo Re, ad Ezinnachi-Ugwaku. Il sequestro è solo l’ultimo di una lunga striscia di rapimenti e omicidi ai danni di diversi sacerdoti cattolici verificatisi in Nigeria, dove i gruppi criminali ormai penetrano fin dentro le strutture religiose pur di riuscire a catturare persone da tenere in ostaggio.
Don Maduka è stato preso mentre visitava la cappella di recente costruzione per l’adorazione eucaristica nel villaggio di Ogii a Okigwe. Aiuto alla Chiesa ha espresso “forte preoccupazione per questi fenomeni criminali che, nonostante tutte le rassicurazioni delle Istituzioni, continuano a proliferare senza essere seriamente contrastati”. Ad aprile era stato rapito un altro prete della diocesi di Okigwe. Si tratta di don Michael Ifeanyi Asomugha, poi liberato grazie all’interessamento della sua famiglia. A dicembre era stata la volta di altri due sacerdoti nello Stato nigeriano di Abia.
La piaga dei rapimenti a scopo di estorsione è diffusa in gran parte della Nigeria. A operare sono bande di comuni criminali, gruppi di fondamentalisti islamici (tutti ricordano il caso delle oltre 200 studentesse catturate da Boko Haram) e le milizie di pastori Fulani che colpiscono i contadini cristiani con ogni mezzo, al fine di rubare loro le terre da utilizzare per il pascolo.
La testimonianza di fede dei cristiani diventa quindi ogni giorno più eroica, nonostante rappresentino circa la metà della popolazione della Nigeria. In questi anni si sono verificati attacchi ai villaggi a maggioranza cristiani, attentati alle Chiese anche durante le cerimonie religiose e rapimenti di massa, obiettivo particolare dei quali sono ragazze cristiane, minorenni, poi costrette a convertirsi e a sposare uomini musulmani. Secondo le stime tra gennaio 2021 e il giugno 2022 si contano oltre 7.600 cristiani uccisi.
Monsignor Wilfred Chikpa Anagbe, vescovo di Makurdi, per descrivere la situazione ha parlato di “una cospirazione del silenzio, un favoreggiamento e un incitamento a questi atti, perché i colpevoli non subiscono mai conseguenze”. Secondo il presule quello che succede non è “nient’altro che una jihad” che si declina in molti modi: “Terrorismo, rapimenti, pastori assassini, banditismo, milizie e così via”.
Qualsiasi azione incisiva del governo nigeriano, che conduce una lotta a corrente alternata contro i militanti estremisti, può essere portata avanti con successo solo con il supporto della comunità internazionale. Per questo è fondamentale accendere i riflettori dei media su quello che succede nel più popoloso Stato africano, che conta oltre 210 milioni di abitanti, in maggioranza giovani. Il grembo più vitale dell’Africa può generare doni inaspettati e dalle ceneri delle persecuzioni possono nascere milioni di nuove vocazioni, perché chi ha sofferto tanto sa guardare con speranza al futuro.