La salvezza di Cristo non sta nei suoi miracoli o discorsi, ma nel mistero pasquale, il kerygma di Cristo morto e risorto per la nostra salvezza. Pietro credeva di aver già capito tutto: lo abbiamo ascoltato nel Vangelo di domenica scorsa quando fa la sua professione di fede. In realtà interpreta la storia con la sua idea e ora che Gesù annuncia che la Salvezza dovrà passare per la Sua Passione, il mondo gli crolla addosso.
É un uomo che ha incentrato tutta la vita sui suoi progetti, ha ben chiari i programmi che Gesù dovrà realizzare per riscattarlo, per farlo felice; ma improvvisamente vede, di fronte all’annuncio della Passione, che ha sbagliato tutto, che la storia mostra un’altra realtà, e si ribella!
Anche per noi, come per Pietro, forse arriva un momento nella vita che apriamo gli occhi: possiamo trovarci con una delusione, un problema, un fatto che mette in discussione tutti i nostri progetti: ma in realtà ci viene in aiuto per smascherare le illusioni su cui avevamo costruito la nostra realizzazione.
Nessuno di noi senza un vero incontro con Cristo può capire che Dio abbia scelto il rifiuto per salvare l’uomo; tutti abbiamo una chiamata alla santità in cui si ripete il rifiuto di Cristo, in cui le cose che non accettiamo, che ci fanno un po’ piccoli, sono quelle che diventano occasione di salvezza, perché il Signore le trasforma, diventano un esperienza di Risurrezione, dell’incontro con il Suo amore. Un Amore così grande che non ha rifiutato la Croce e la morte per noi, per salvarci e donarci una Vita meravigliosa, aperta al Cielo.