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Migrazioni in aumento, servono regole precise e attente

discriminazioni migranti

Foto di Jametlene Reskp su Unsplash

Nel suo incontro dei giorni scorsi con gli ambasciatori presso la Santa Sede, Papa Francesco ha toccato molti punti “caldi”. Il Pontefice ha parlato del “crescente numero di conflitti che lentamente trasformano quella che ho più volte definito “terza guerra mondiale a pezzi” in un vero e proprio conflitto globale”. Guerre che generano povertà e sfruttamento e spingono “migliaia di persone ad abbandonare la propria terra alla ricerca di un futuro di pace e sicurezza”. Soprattutto nel Mar Mediterraneo, “diventato, nell’ultimo decennio, un grande cimitero, con tragedie che continuano a susseguirsi, anche a causa di trafficanti di esseri umani senza scrupoli”.

Dati confermati dall’IOM, l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni: dal 2014 ad oggi, almeno 28.547 persone, partite dall’Africa o dal Medio Oriente, hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere l’Europa. Mediterraneo | Progetto Migranti Scomparsi (iom.int) Dal 2020, quando venne registrato il minino storico (anche a causa della pandemia), il numero di morti nel Mar Mediterraneo è aumentato anno dopo anno: solo nel 2023, sono state almeno 2.797 le persone – uomini, donne e bambini – che hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere quella che per loro non è la “terra promessa”, ma l’“ultima spiaggia”.

Il numero reale dei migranti morti in mare potrebbe essere molto maggiore: i dati su cui basare le statistiche sono pochi, pochissimi, derivati per lo più sulle testimonianze dei sopravvissuti. Per molti altri scomparsi non c’è modo di sapere con certezza che fine hanno fatto. Di loro a volte non si conosce nemmeno la nazionalità o il sesso o l’età (cosa questa che rende molto più difficile l’identificazione anche dopo il ritrovamento dei cadaveri). Per risalire all’identità spesso ci si bassa sulle denunce di scomparsa e sulle ricerche dei parenti. Degli altri non si sa parla mai.

Tranne che per casi eclatanti, i media non sembrano avere più voglia di parlare di naufragi di migranti. Eppure avvengono quasi ogni giorno. L’ultimo registrato dalle statistiche ufficiali è avvenuto il 3 gennaio 2024. Pochi giorni prima, il 30 dicembre, mentre in Europa la maggior parte delle persone era affaccendata a scartare i regali e a gozzovigliare per festeggiare quella che – è bene non dimenticarlo mai – è prima di tutto una festa religiosa, quattro tra donne e bambini morivano annegati nelle acque gelide al largo delle coste del Marocco. Il giorno prima, il 29 dicembre, la stessa sorte era toccata ad altre 43 persone, morte in un naufragio al largo della Libia. Il giorno prima ancora, altri 41, questa volta in due diversi naufragi, ma sempre nella stessa zona. Elencare tutti questi “eventi” sarebbe forse troppo lungo. Forse, però, servirebbe a far comprendere a molti che non si tratta di casi sporadici o di eventi che hanno riguardato uno o due di quelli che alcuni definiscono con tono spesso dispregiativo “migranti”, ma di una continua moria di persone innocenti.

Alla fine di dicembre 2023, l’Alto Commissario delle NU per i Rifugiati, Filippo Grandi, si è congratulato sia con l’UE che con la Commissione europea “per aver raggiunto un accordo politico sul patto europeo sulla migrazione e l’asilo”.  Grandi dell’ONU accoglie con favore l’accordo dell’UE sulla revisione del sistema migratorio regionale | Notizie ONU (un.org)  Purtroppo, come hanno dimostrato i precedenti, spesso questi accordi concentrano l’attenzione sulla gestione dei migranti dopo l’arrivo. Magari pensando al loro ricollocamento in qualche sperduto Paese extracomunitario, se non addirittura in Africa (violando così decine di norme e trattati internazionali).

A metà dicembre, in occasione della Giornata Mondiale dei Migranti, anche il Segretario Generale delle Nazioni Unite aveva parlato di migranti. Lo aveva fatto – come suo solito – fornendo un punto di vista diverso da quello di molti (ma forse l’unico corretto). Guterres aveva definito le migrazioni un “dato di fatto” e una “forza per il bene”. Non un “problema” come fanno tutti i governi del mondo. Guterres aveva anche chiesto misure “nazionali e internazionali più sicure per i milioni di persone che cercano opportunità per migliorare le loro vite di fronte al pericolo e alla disperazione”. Chiaro il riferimento al Global Compact for Safe, Orderly, and Regular Migration, adottato da decine di Paesi alcuni anni fa. Un accordo che Guterres ha definito un “importante punto di riferimento e risorsa” per rafforzare la cooperazione tra i paesi ed espandere i percorsi di migrazione basati sui diritti. Purtroppo, come lui stesso è stato costretto ad ammettere, si tratta di “misure che rimangono l’eccezione, non la norma”. Basti pensare che, in Europa, quasi tutti i Paesi hanno ratificato tutti gli accordi internazionali riguardanti i diritti umani meno uno: la Convenzione internazionale sulla protezione dei diritti di tutti i lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie. – Dashboard OHCHR Eppure, secondo l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, circa il 3,6% della popolazione mondiale è costituita da migranti.

Anche Papa Francesco, nella nota agli ambasciatori, ha parlato di questo documento. Ha espresso soddisfazione per “l’impegno dell’Unione Europea a ricercare una soluzione comune mediante l’adozione del nuovo Patto sulla Migrazione e l’Asilo”, ma da attento osservatore qual è, ha detto di avervi rilevato “alcuni limiti, specialmente per ciò che concerne il riconoscimento del diritto d’asilo e per il pericolo di detenzioni arbitrarie”.

Amy Pope, direttore generale dell’OIM, ha sottolineato che la migrazione “è antica quanto l’umanità stessa”. “Oggi, però, la migrazione sta diventando più complessa”, ha detto. Il 2023 ha visto “aumenti storici” del numero di persone in movimento. Molti (e)migrano in cerca una vita migliore. Altri cercano solo di sopravvivere: costretti a lasciare la propria casa, il proprio Paese, la propria famiglia scappano da guerre, cambiamenti climatici e persecuzioni di ogni genere (religiose, culturali, razziali e altro). Di loro migliaia, decine di migliaia, perdono la vita nel tentativo di raggiungere un posto dove vivere.

I flussi migratori stanno aumentando. Secondo le stime, nel prossimo futuro saranno sempre di più le persone che saranno costrette a migrare o a emigrare. Senza regole precise e più attente, potrebbero aumentare anche i morti in mare.

C. Alessandro Mauceri: