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Migranti e briganti

Il tema dei migranti è e deve essere un problema di tutta l’Europa. La norma per la quale si può chiedere asilo solo sul suolo toccato al momento dello sbarco (o al passaggio del confine) è antistorica e immorale. Antistorica perché scritta quando la globalizzazione non era ancora compiuta, e dunque la transumanza etnica era un evento eccezionale; immorale perché relega coloro che espatriano per fuggire dalla fame, dalla povertà o dal terrore delle guerre a “numeri” da gestire in maniera burocratica, senza alcuna attenzione per l’essere umano; in realtà senza guardare né all’immigrato né al popolo ospitante.

La freddezza con la quale il nord Europa ha liquidato fino a oggi la questione come un fatto tutto mediterraneo, lascia trapelare quel filo di razzismo non tanto nei confronti degli occupanti dei barconi quanto verso gli abitanti del sud del Vecchio continente, siano essi italiani, spagnoli o di altre nazionalità.

Ora dunque siamo alla stretta finale: non è in discussione l’aiuto ai Paesi di origine e transito dei migranti, né lo sono il controllo delle frontiere a sud della Libia e nei paesi limitrofi e le missioni di sicurezza e difesa contro trafficanti e scafisti, argomento che merita comunque una riflessione. Oggi in ballo c’è l’obbligatorietà della suddivisione dei profughi in base ad un meccanismo di quote; una descrizione che può brutalmente sembrare una distribuzione di un problema, ma che vista con altri occhi significa un’assunzione globale di responsabilità nei confronti degli ultimi.

L’ex ministro degli Esteri italiano, Mogherini, si è presentata con un vero e proprio “piano migranti”, e ha lanciato un appello all’Onu: “Siamo pronti ad agire ma non possiamo agire da soli. Quella degli immigrati nel Mediterraneo è una crisi dell’Europa, una crisi dell’Africa e una crisi del mondo. La nostra prima priorità dovrà essere quella di salvare vite umane e agire insieme”, ha concluso Lady Pesc.

Per farlo ci sarà bisogno di un’azione decisa contro i trafficanti di vite umane. Colpire i briganti e toglierli le barche con le quali fanno il loro sporco traffico è un obiettivo irrinunciabile. Ma anche – come detto – assistere i migranti. Non farlo, girarsi dall’altra parte, metterebbe i governi sullo stesso piano dei malviventi. Altro che briganti: l’indifferenza uccide tanto quanto la violenza.

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