La festa di oggi potrebbe sembrare un’astrazione, potremmo considerarla solo come una categoria teologica, un concetto lontano da noi …ma non è così: tutto nella nostra fede, anche la Trinità, è un’esperienza concreta.
Nel Vangelo di questa domenica gli apostoli si prostrano quando vedono Gesù, ma ancora dubitano: hanno visto la tomba vuota e davanti a loro è apparso il Signore risorto, hanno mangiato con Lui, sono stati consolati e incoraggiati…eppure ancora dubitano! Ma come è possibile?
Scriveva Santa Elisabetta della Trinità, la monaca carmelitana che dialogava con la Trinità: “Non scoraggiarsi mai. É più difficile liberarsi dallo scoraggiamento che dal peccato. Non inquietarsi se non si costatano progressi nello stato della propria anima. Spesso Dio permette questo per evitare un sentimento di orgoglio. Egli sa vedere i nostri progressi e contare ogni nostro sforzo.”.
Accogliamo questo messaggio della Santissima Trinità come un dono per noi: è ispirato a Suor Elisabetta, questa sconosciuta suora carmelitana di clausura vissuta alla fine dell’800, che parlava con la Santissima Trinità, che chiamava “I mie Tre”. Lei descrive la Trinità con una concretezza e una chiarezza meravigliosi.
È facile scandalizzarci dell’incredulità degli apostoli, così come scoraggiarsi della nostra debolezza, dell’incredulità che anche a noi talvolta ci assale: per tanti segni che Dio ci può aver dato nella nostra vita della Sua presenza, del suo Amore misericordioso, ancora ci può assalire il dubbio. Vorremmo la fede come qualcosa che una volta acquisito non si cambia più.
Ma questa non è la verità, questa non è la vita: come la vita che è in continuo cambiamento, la fede è un dinamismo, è un cammino, un dialogo sempre aperto e sempre in crescita. Questo dialogo si mostra proprio nella Ss. Trinità, che svela il rapporto tra le tre persone divine: Padre, Figlio e Spirito Santo.
Quando accogliamo Dio, la paura della nostra fragilità diventa la forza per accogliere in noi la Trinità. Nella nostra vita si ripete così la “comunione” che si esprime tra le tre Persone della Trinità, l’amore entra dentro di noi e si rivela nel rapporto con gli altri.
Dio sceglie sempre ciò che il mondo non considera, che disprezza, per confondere i sapienti e gli intelligenti: solo ai piccoli, agli umili, come Suor Elisabetta, Dio svela con semplicità il Suo volto. Più pensiamo di essere intelligenti, autosufficienti, meno capiremo delle cose divine; più ci riconosciamo piccoli e bisognosi del Signore, più faremo esperienza in noi della Trinità.