Editoriale

Il messaggio lanciato dalla Meloni a Caivano

A Caivano lo Stato c’è, ed è tornato a ribadire la propria presenza. Per questa ragione la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, parla di “impegno mantenuto”, mirato a dare “un messaggio molto potente”, perché “lo Stato non si può permettere zone franche” e la politica deve “tentare almeno di mettere la faccia non dove le cose sono facili, ma dove le cose sono difficili”. Un messaggio chiaro e forte, quello della premier, attorno al quale risulta assai difficile costruire muri di se e ma. In una terra difficile, e l’area di Caivano lo è, le mezze misure non sono accettabili, tantomeno le promesse fini a se stesse. E pazienza se ci sarà sempre qualcuno pronto a rubricare l’impegno del governo come mossa elettorale (e quando non lo sono, a questo, e quale governo è in grado di scagliare la prima pietra? Quale??) mestando nel torbido. Ma solo chi non fa ha torto. E fare è sempre positivo.

Giorgia Meloni, dunque, torna a Caivano, nel cuore di un luogo fino a poco fa di degrado, spaccio e abbandono, oggi diventato polo sportivo, dentro un’area di 5 ettari bonificata dal Genio dell’Esercito e riqualificata e attrezzata per praticare 40 discipline sportive da Sport e Salute, in attesa che arrivino nei prossimi mesi il teatro e l’anfiteatro. “Parte di un grande polo dello sport della cultura dell’arte che noi abbiamo scelto di dedicare a uno dei più grandi interpreti della canzone italiana e della cultura italiana, Pino Daniele”, annuncia la premier, sottolineando di aver rispettato il cronoprogramma che aveva tracciato nella sua prima visita il 31 agosto di un anno fa. Sul piano squisitamente politico la trasferta della Meloni gira attorno al duello con il governatore della Campania, Vincenzo De Luca.

Per l’inquilina di Palazzo Chigi la visita a Caivano è stata anche un’occasione per togliersi qualche sassolino dalla scarpa nei confronti del presidente della Regione, che spesso l’ha fatta bersaglio anche di epiteti non istituzionalmente corretti. La frecciatina pubblica a De Luca, invece, arriva quasi in chiusura del suo discorso. “Ieri parlava di questa giornata come una passeggiata del governo. Presidente, se tutte le volte che la politica passeggia portasse questi risultati avremmo sicuramente una politica più rispettata da parte dei nostri cittadini. Quindi continueremo a passeggiare e a portare risposte, perché è quello che fa una politica seria”. “Occorre prendere atto della bella realizzazione, ma ha fatto una polemica sbagliata, non ho mai parlato di passeggiate a Caivano”, la pronta replica di De Luca, incalzato dai cronisti. Uno scenario di apparente tregua nel quale arriva il video pubblicato sulle pagine di Atreju e subito diventato virale in cui il premier, in una zona dalla quale telecamere e taccuini sono tenuti a distanza, gli porge la mano, rispendendo al mittente l’offesa che gli aveva rivolto a febbraio in un fuori onda preso in Transatlantico.

Ma Caivano, intanto è “un modello per la nazione intera”, sottolinea la Meloni, “lo esporteremo in molte altre Caivano d’Italia. Ricordo che con il decreto coesione noi abbiamo investito 3 miliardi di euro di fondi europei per le periferie di 14 città metropolitane e 39 città medie del Sud su un programma finalizzato alla rigenerazione urbana, al recupero delle aree disagiate e degradate. Significa che avremo molte altre Caivano. Faremo vincere lo Stato sulla criminalità organizzata, sul degrado, sull’abbandono, sulla rassegnazione. Un impegno gravoso, ma è quello che gli italiani si aspettano da noi ed è quello che faremo”. Il presidente del Consiglio dei ministri era partita nel suo discorso dal ringraziamento di tutti quelli che avevano operato la straordinaria trasformazione dell’ex centro Delphinia.

“Non posso non aprire senza fare dei ringraziamenti a tutte le persone che hanno dato un contributo di buona volontà per questa scommessa”, sostiene Giorgia, “particolarmente voglio ringraziare padre Maurizio Patriciello perché senza la sua insistenza e la sua determinazione tutto questo non sarebbe iniziato. Voglio ringraziare i ministri che si sono occupati particolarmente di questa struttura ma come sapete tutto il governo è impegnato su Caivano”. La Meloni si è emozionata, ai limiti della commozione, per una giornata in cui “i problemi, i sacrifici che fai, l’ansia che a volte ti prende, tutto improvvisamente assume un senso”. La sfida di Caivano, del resto, era una delle sue scommesse, sua e del governo. Fallire sarebbe stato un costo altissimo dal punto di vista politico e sociale. Perché se lo Stato non torna ad essere un punto di riferimento in queste terre, la sconfitta è duplice: il confine resta sempre più tale e la periferia dell’impero resta nelle mani dei ras di quartiere. Troppo per un Paese come il nostro.

Qui lo Stato e le istituzioni si sono comportati come dovrebbero comportarsi sempre. Si sono resi conto di un problema, sono stati chiamati da un cittadino a rendersi conto di un problema, hanno proposto una soluzione, hanno fatto un annuncio, e quell’annuncio non è caduto nel vuoto, è diventato un fatto che cittadini possono vedere, che possono toccare, che possono vivere. Questo vuol dire accendere una speranza e vuol dire farlo in territori nei quali troppo spesso le istituzioni hanno pensato che di speranza non potesse essercene è un messaggio molto potente”, spiega Meloni. Lo è, non c’è dubbio. L’importante è che abbia gambe per camminare e braccia pronte a sostenerlo. Altrimenti saremo tutti sconfitti, non solo il governo. “Quando ho scritto alla presidente Meloni non avrei scommesso un euro, e invece dopo 8 giorni qui è venuto mezzo governo. Quello che sto vedendo faccio fatica a crederlo”, chiosa il parroco di Caivano, don Maurizio Patriciello. Ecco, se proprio non volete farlo per il governo e il Paese, fatelo per lui. Almeno questo….

Enrico Paoli

Recent Posts

Beato Raimondo da Capua: chi predisse la sua elezione a maestro generale dei Domenicani

Beato Raimondo da Capua, sacerdote domenicano, Capua (Caserta) 1330 ca. - Norimberga (Germania) 5 ottobre…

5 Ottobre 2024

Il martirio dei cristiani nel paese dei cedri

Il martirio di Rmeish. La città cristiana si trova immersa nella guerra a bassa intensità…

5 Ottobre 2024

“In dialogo con i giovani”: testimonianza a In Terris sulla centralità dell’ascolto

Il compito educativo nella missione della Chiesa. L’educazione come arte della crescita e della maturazione:…

5 Ottobre 2024

Un patto per l’emergenza educativa

“La scelta di un giovane dipende dalla sua inclinazione, ma anche dalla fortuna di incontrare…

5 Ottobre 2024

Fare il docente oggi: un mestiere da valorizzare

La Giornata Mondiale degli Insegnanti che si celebra oggi è un'occasione per riflettere sul delicato…

5 Ottobre 2024

Perché nel Pnrr è previsto un piano per la digitalizzazione

Per le persone, una buona educazione, cioè l’istruzione, la formazione universitaria e l’apprendimento permanente, è…

5 Ottobre 2024