E’ arrivano nella mani del Papa “Il pane non ama mangiarlo ma impastarlo”, il libro che raccoglie articoli di don Marco Pozza e di don Maurizio Praticello sul dramma della pedofilia e della pedopornografia che don Fortunato Di Noto, da 30 anni, va combattendo.
Don Maurizio, il sacerdote della terra dei fuochi e della comunità di Parco Verde a Caivano, ha pubblicato sul suo profilo Facebook la foto che lo ritrae mentre consegna il volume al Santo Padre durante un’udienza privata. La Chiesa delle periferie fisiche ed esistenziali varca i portoni del Vaticano e si unisce al sommo Pontefice nella lotta senza quartiere allo sfruttamento sessuale dei bambini.
Lo sforzo condotto da Francesco contro gli abusi sui minori compiuti dai membri del Clero – che nel 2018 lo ha portato alla pubblicazione della “Lettera al popolo di Dio” – trae forza e riconoscimento anche dal lavoro trentennale di don Fortunato Di Noto e della sua Meter Onlus. Un’esperienza che pone il prete siciliano come membro e tra i principali animatori dell’Osservatorio nazionale contro pedofilia e pedo-pornografia, istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.
La foto ci ricorda inoltre che la battaglia che si sta combattendo ai vertici e alla base della Chiesa contro ogni forma di pedofilia non può considerarsi affatto sospesa in tempi di pandemia. Lo stesso don Fortunato Di Noto riferisce ad Interris che le segnalazioni di video e materiale pedo-pornografico, di adescamenti e manipolazioni di minori sono aumentate del 40% durante lo scorso lockdown. I rischi aumentano perché bambini e ragazzi, costretti a rimanere in casa e a fruire della didattica a distanza, passano la maggior parte della giornata sul web e sui social, spesso senza alcun accompagnamento da parte degli adulti.
Si apre quindi un periodo di grande responsabilità per tutti i genitori e gli educatori. Il pericolo più grande che questi sacerdoti segnalano è la mancanza di relazione, il sentirsi soli nell’indifferenza. In questi periodi di isolamento forzato i giovani possono cadere nelle lusinghe di sconosciuti, e gli adescamenti spesso sfociano in richieste di immagini intime (sexting). La vigilanza e il dialogo non possono venire meno perché quello che succede nel virtuale ha sempre delle conseguenze grandissime sulla vita reale. L’adulto può e deve guidare il bambino verso approdi sicuri.
“Sono sicuro che un bambino amato difficilmente viene adescato e abusato” sottolinea ancora Don Fortunato, scuotendo le coscienze di tanti genitori catturati dagli impegni quotidiani. E allora occhio ad ogni segnale e messaggio lanciato dai nostri figli, anche il consumo di semplice pornografia può essere un sintomo di malessere, un rifugio che può dare dipendenza e spingere il ragazzo verso derive sempre più scoscese, alla ricerca di una maggiore soddisfazione impossibile da trovare. Gli orchi sulla rete fanno breccia nei cuori feriti in cerca di consolazione. La sfida della digitalizzazione è epocale e richiede sicuramente nuove conoscenze ma la capacità di affrontarla deriva solo dalla consapevolezza dei bisogni dell’infanzia. Insomma il pane continueranno impastarlo sacerdoti come don Maurizio e don Fortunato ma noi siamo chiamati ad essere il lievito, ce lo chiedono i bambini.