Le recenti impennate nei costi dell’energia stanno riportando in primo piano l’urgenza di una strategia nazionale chiara e lungimirante. Famiglie e imprese italiane si trovano schiacciate da bollette sempre più alte, un peso che non è più sostenibile. Tuttavia, recriminare sugli errori del passato non basta: occorre analizzare con lucidità ciò che non ha funzionato e intraprendere azioni decise e coraggiose per correggere la rotta. L’Italia ha bisogno di un cambio di paradigma, e questo richiede una classe dirigente all’altezza della sfida, capace di informare i cittadini e di prendere decisioni difficili ma necessarie.
Uno degli errori più gravi del passato è stato ignorare la necessità di diversificare le fonti di approvvigionamento energetico, affidandosi eccessivamente a fornitori geopoliticamente instabili. La dipendenza dal gas russo, per esempio, è diventata col tempo un cappio al collo, mentre si trascuravano alternative più sicure ed economiche come il gas algerino. Vale la pena ricordare che negli anni ’70 l’Italia aveva stretto un accordo vantaggioso con l’Algeria, supportato da un’infrastruttura moderna come il gasdotto. Nonostante ciò, questa opzione è stata progressivamente abbandonata, lasciando il paese esposto a rischi evitabili.
Il vero nodo, però, non è soltanto nella scelta dei fornitori, ma nella visione complessiva. Per decenni, la politica energetica italiana è stata prigioniera di un pensiero a breve termine, che ha favorito misure emergenziali – come i bonus – al posto di interventi strutturali. Questo approccio ha avuto conseguenze devastanti: imprese soffocate da costi elevati, famiglie in difficoltà, e un sistema industriale sempre meno competitivo.
Oggi si rende indispensabile un ripensamento radicale che metta al centro il binomio tra sostenibilità ambientale e sostenibilità economica. La diversificazione delle fonti energetiche è un passaggio obbligato, e tra le soluzioni spicca il ritorno al nucleare. Una parte della classe dirigente, insieme alle nuove generazioni, sta rivalutando questa opzione, abbandonando pregiudizi e narrazioni ideologiche che per anni hanno ostacolato ogni progresso in tal senso. Il nucleare, settore in cui l’Italia eccelleva fino agli anni Ottanta, potrebbe rappresentare una chiave di volta per il futuro energetico del paese.
L’adozione di tecnologie avanzate come gli Small Modular Reactor (SMR) potrebbe fare la differenza. Questi impianti compatti e innovativi offrono vantaggi significativi: costi più contenuti rispetto ai reattori tradizionali, tempi di costruzione ridotti e una flessibilità ideale per integrarli con fonti rinnovabili. Non solo: gli SMR aprono la strada ad applicazioni strategiche, come la produzione di idrogeno e la desalinizzazione, elementi fondamentali in un’ottica di transizione ecologica e di resilienza energetica.
Un mix bilanciato di nucleare e fonti rinnovabili sarebbe la soluzione ideale per garantire energia stabile e a costi accessibili. Senza questa base, il progresso tecnologico – che richiede una disponibilità costante di energia per alimentare digitalizzazione, intelligenza artificiale e nuove industrie – rischia di rimanere un’utopia. Gli esempi di paesi come Francia e Finlandia dimostrano che il nucleare, se gestito con rigore e innovazione, può essere un pilastro affidabile per un futuro energetico sostenibile.
Il ritorno al nucleare non deve essere visto come un passo indietro, ma come una scelta pragmatica e strategica. È tempo di superare le paure e le reticenze del passato, abbracciando soluzioni che possano realmente garantire competitività e benessere. Imparare dagli errori significa non ripetere le scelte che hanno portato a dipendenze costose e inefficaci, ma adottare un approccio basato sulla diversificazione e sull’innovazione.
L’Italia ha davanti a sé un’occasione irripetibile: ridisegnare il proprio sistema energetico con intelligenza e visione, creando le condizioni per una crescita stabile e sostenibile. Il nucleare, insieme a un’espansione delle rinnovabili, può diventare il cuore pulsante di questa trasformazione, restituendo al paese il ruolo di protagonista nella sfida globale per un’energia sicura, accessibile e pulita.