I fatti avvenuti negli ultimi giorni nella guerra in Ucraina sono estremamente preoccupanti ed occorre metterli in fila.
Il 17 settembre Joe Biden, in un’intervista a 60 Minutes, ha avvertito Vladimir Putin sulla guerra in Ucraina e sull’uso di armi nucleari: “Non farlo, non farlo. Se lo facessi il volto della guerra cambierebbe come mai nessuna cosa dai tempi della Seconda Guerra Mondiale”. La risposta del portavoce del Cremlino Peskov, come riporta l’agenzia Ria Novosti, arriva immediatamente: “Legga la dottrina, è tutto scritto lì”.
Cos’è la dottrina? E cosa c’è scritto? Secondo il glossario della Nato, la dottrina militare racchiude i “principi fondamentali che guidano le azioni delle forze armate”. E’ una sorta di manuale d’uso: cosa fare in determinate situazioni. Per quel che riguarda l’uso delle armi atomiche la dottrina russa, aggiornata nel 2020, stabilisce che “la Russia si riserva il diritto di usare armi nucleari in caso di aggressione con l’uso di armi convenzionali che mettano in pericolo l’esistenza dello Stato”. Dunque la Russia può usare l’arma atomica per prima. Oggi esistono armi nucleari tattiche, di potenza ridotta, che possono essere usate in scenari di guerra come l’Ucraina.
Il 20 settembre le quattro provincie sotto occupazione russa nel sud-est dell’Ucraina – Lugansk, Donetsk, Kherson e parte della provincia di Zaporizhzhia – hanno indetto il referendum sull’ingresso nella Federazione russa da tenersi dal 23 al 27 settembre.
Lo stesso giorno la Duma, la camera bassa del parlamento russo, ha approvato una legge che inasprisce le pene per i disertori e chi disobbedisce agli ordini in tempo di guerra o di mobilitazione. Adesso si rischiano fino a 10 anni di reclusione.
Ieri, 21 settembre, il presidente russo, in un raro intervento televisivo alla nazione, ha ordinato una mobilitazione parziale con il richiamo di 300mila militari riservisti per rinforzare le truppe in Ucraina. “La Russia è minacciata di essere indebolita, divisa e distrutta dalle potenze occidentali che sostengono il governo ucraino”, ha dichiarato Putin. Nel secolo scorso una mobilitazione dell’esercito era il passo immediatamente precedente alla dichiarazione di guerra.
Si tratta di un’operazione complessa e costosa che prevede richiamare, armare ed inviare migliaia di uomini al fronte. Come noto, l’invasione ucraina è stata sempre definita dai russi come “operazione militare speciale”. Un’operazione militare ha margini di manovra limitati. Una guerra no. Per questo motivo la borsa di Mosca è crollata sia alla notizia dei referendum sia dopo il discorso di Putin alla nazione.
Adesso mettiamo insieme i tasselli. Nel momento in cui i referendum farsa passeranno, la Russia potrà considerare questi territori parte della Federazione. Pertanto in caso di attacco massiccio nei territori occupati dai Russi – il sud-est dell’Ucraina e la Crimea – la dottrina nucleare russa, come abbiamo visto, prevede l’uso di armi atomiche per difendersi. Questi passaggi non sono scontati. Le dottrine nucleari di Cina e India, ad esempio, non prevedono il “first strike”, pertanto non possono usare armi atomiche per prime ma solo in difesa, come deterrenza. La Russia no. Ecco perché Biden ha fatto quelle dichiarazioni pochi giorni fa.
Le risposte delle cancellerie occidentali sembrano minimizzare i rischi di questa escalation. L’ambasciatrice statunitense in Ucraina, Bridget Brink, ha scritto su Twitter che “i referendum farsa e la mobilitazione sono segni di debolezza, del fallimento russo. Gli Stati Uniti non riconosceranno mai la pretesa della Russia di annettere il territorio ucraino, e continueremo a stare al fianco dell’Ucraina per tutto il tempo necessario”. In merito alla minaccia nucleare, il presidente ucraino Zelensky ha dichiarato ieri: “Non credo che userà queste armi”. Probabilmente Putin si aspettava una simile reazione, per cui nel suo discorso alla nazione si è sentito in dovere di sottolineare: “Non sto bluffando”.
La Prima guerra mondiale scoppiò per una serie di calcoli sbagliati e previsioni errate fatte dai governanti del tempo e la situazione sfuggì di mano, prendendo una strada da cui non si seppe più come uscire.
Adesso stiamo passando una linea rossa oltre la quale non sappiamo cosa potrebbe accadere. Tutti sanno che una guerra nucleare sarebbe una catastrofe, ma nessuno fa un passo indietro. Se le Nazioni unite sono bloccate dal fatto che la Russia stessa ha il potere di veto all’interno del Consiglio di Sicurezza, allora sarebbe auspicabile convocare una Conferenza internazionale cui dovrebbero partecipare non solo Europa e Stati Uniti, ma anche Cina, India, Turchia, Iran e Israele.
Occorre fermare ora questa escalation, perché la prossima guerra la perderemo tutti.