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La lezione che emerge dalla tornata elettorale

Logo Interris - Amministrative: le troppe anime presenti non sanno trovare un centro di gravità

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L’immagine plastica del risultato di queste amministrative sta tutta nell’autocritica di Matteo Salvini. Il leader della Lega, ammettendo di fatto il non eclatante risultato del centrodestra alle elezioni amministrative, dimostra come quello di domenica e lunedì non sia solo un voto amministrativo, ma  fortemente politico. Esulta, invece, Enrico Letta, commentando l’esito del voto che premia il centrosinistra e lui stesso, eletto a Siena per le suppletive della Camera. Un voto che dimostra, secondo il leader Pd, che “la destra è battibile” e lo è, soprattutto, quando il centrosinistra si presenta unito. Forza Italia, dal canto suo, rivendica il ruolo di “forza trainante” del partito azzurro nella coalizione, nonostante il risultato elettorale, soprattutto a Milano, non sia certo dei migliori. La parabola, decisamente, discendente dell’ex Cavaliere pesa su tutto e tutti: Forza Italia e centrodestra. Non parla di flop. né tantomeno di sconfitta, Giuseppe Conte che, commentando le elezioni a caldo, depotenzia il significato delle urne: “Questo è il momento della semina per il Movimento 5 stelle, siamo all’inizio di un nuovo corso”. Per poi riconoscere: “Dobbiamo cercare di essere più radicati e più competitivi sui territori, e poi prepararci per le elezioni politiche”. Va da se che il Movimento 5 Stelle sia il vero sconfitto di questa tornata elettorale.

Il voto delle comunali, in particolare quello nelle grandi città, inizia a ridisegnare gli equilibri nazionali delle forze in campo: il centrosinistra vince già al primo turno in tre grandi comuni (Bologna, Milano e Napoli) e va al ballottaggio a Roma e Torino. Perde invece, ma senza troppe sorprese, alle Regionali in Calabria dove vengono confermate le previsioni e vince con oltre il 50% Roberto Occhiuto, esponente azzurro sostenuto da tutto il centrodestra. Il quadro è in divenire, ma la coalizione di centrodestra in questa tornata elettorale sembra subire una battuta d’arresto, a differenza dei sondaggi a livello nazionale che anche fino a pochi giorni fa davano l’alleanza in vantaggio. All’interno della coalizione, regge Forza Italia, mentre la Lega frena e Fratelli d’Italia, seppur primo partito in alcune realtà, non sfonda. Osserva, ad esempio, il leader dem: “Senza un federatore come Berlusconi il centrodestra non c’è più, è debole”. E se lo conferma anche Maurizio Lupi, significa che le cose stanno esattamente così.

Vanno male i 5 stelle, dicevamo. Nei due grandi comuni in cui avevano stravinto alle scorse elezioni amministrative, Roma e Torino, i candidati pentastellati non arrivano nemmeno ai ballottaggi. Altro elemento che emerge dalle urne è che il cosiddetto “partito del voto” anticipato, rispetto alla naturale scadenza della legislatura, esce fortemente ridimensionato e, di conseguenza, si rafforza la stabilità del governo Draghi. Non è un caso, secondo alcuni osservatori del centrosinistra, che Salvini metta subito in chiaro: “Se qualcuno usa questo voto per abbattere un governo di unità nazionale fa qualcosa di irresponsabile. Se Pd e M5s non si trovano a loro agio al governo, si facciano pure da parte, noi siamo qua e qua rimaniamo”, scandisce. E Letta sottolinea: “Questa vittoria del centrosinistra rafforza l’Italia perché rafforza il governo Draghi”.

Un dato, però, vale per tutti: uniti si vince. E’ questa la lezione che pare emergere dalla tornata elettorale, secondo i sondaggisti. Il centrodestra non sfonda dove le divisioni emergono in maniera più netta, penalizzato in alcuni casi da candidati che non hanno scaldato i cuori, mentre il centrosinistra raggiunge i risultati migliori quando si allea con i Cinque Stelle, che beneficiano a loro volta del traino degli alleati. A pesare sui risultati è stata, comunque, la scarsa affluenza.

Infine il caso Sala. “Un momento quasi storico” per Milano, dice il sindaco rieletto al primo turno, con il “centrosinistra che non aveva mai vinto al primo turno dal 1993, da quando il sindaco viene eletto con questa modalità”. A dirlo Beppe Sala, nella sede del comitato elettorale, che si riconferma alla guida della città, staccando lo sfidante del centrodestra Luca Bernardo, con una forbice di 20 punti percentuali. Il sindaco si dice “felicissimo”, dedica questa vittoria alla madre scomparsa nell’agosto del 2020, e spera “sia un grande successo” per lui “e per Milano”. “Non sarei sincero se dicessi che non me lo aspettavo”, ammette, “non un mese fa magari, ma negli ultimi giorni, parlando con la gente, avevo capito che c’era la possibilità di fare questo grande risultato”.

Quanto all’astensionismo, a Milano l’affluenza è stata del 47,7% (nel 2016 al primo turno era stata bollata come la peggiore di sempre ed era il 54,6%, al ballottaggio fu ancora piu’ bassa, 51,81%) il sindaco precisa che a mancare alle urne non sono stati i suoi elettori. “Rispetto al primo turno di cinque anni fa, ho preso 40-50 mila voti in più. Non si è astenuto chi crede in me e in questa idea di città italiana ed europea che porta avanti un disegno preciso”. E la lezione di Sala è davvero una lezione per tutti.

Enrico Paoli: