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Le due regole per raggiungere il vero successo

Perché saggi e intelligenti sono ignorati da Dio? Certamente al giorno d’oggi abbiamo bisogno della saggezza e dell’intelligenza! Ma in quale forma?

Sicuramente ad ognuno da noi è capitato d’incontrare persone che danno un grandissimo risalto alle loro competenze, titoli, erudizione o esperienza. Se ne vantano e ne fanno sfoggio. È più che un’auto-promozione, sembra uno stile di vita – oggi molto favorito da social media, grazie ai quali si possono aggiornare subito le proprie attività, pubblicazioni o conferenze più recenti – ma anche contatti e incontri. Quanto siamo importanti! Lo mostriamo con orgoglio. Il mondo oggi funziona così!

Ma nello stesso tempo si creano varie reti di potere, degli influenze. Questa tipologia di persone sagge e intelligenti si supportano a vicenda. Devono rispettarsi reciprocamente, perché, purtroppo (dicono) che nessuno di questi tempi riesce a riconoscere il loro valore: scientifico, accademico? Anzi, attraverso secoli hanno costruito molte strutture istituzionali per proteggere il loro prestigio. E sono ben protetti. Si sostengono a vicenda. Si mantengono a una buona distanza da tutto, e rimangono nel loro piccolo cerchio fatto di ignoranza e piccolezza. E così la società diventa realmente sempre più divisa.

Niente di nuovo, ma doloroso. Come ha mostrato un sociologo, oggi non contano tanto le competenze, ma contatti e conoscenze. Senza di  essi non si può fare niente. Non vi siete mai sentiti piccoli, cercando di proporre qualcosa di valore e e venire rimbalzati dal muro – proprio di questi grandi, competenti, sapienti ed intelligenti, ben inserti nelle strutture inamovibili e perciò insensibili agli altri, a chi è più piccolo?

Il vangelo di oggi mostra chiaro che Gesù non solo conosce questa pena, ma offre il suo aiuto. Lui stesso ha sofferto molto a causa di questo tipo di oppressione. Non lo hanno giudicato proprio i saggi, gli scribi, esperti competenti nelle scritture e nella Legge? Ben solidali nella difesa del loro ruolo, lo hanno condannato a morte perché minacciava la loro posizione di potere e prestigio sociale.

Ma che cosa propone Gesù? L’umiltà e la mitezza. Ma basta davanti alla  spietatezza di questi “sapienti ed intelligenti” solamente umani?

Gesù aggiunge l’effetto pacifico della dolcezza e leggerezza. Un ristoro. Sono le cose importante per sopravvivere a questo tipo di situazioni. Inoltre lui fa un chiaro riferimento al Padre. Il Padre sta sopra tutte le razzie ed usurpazioni umane. Suona forte ma anche molto significativa la  tesi che al Padre piace prendere in giro coloro che sono troppo sicuri del loro valore. Lo fa nel tempo opportuno, forse si deve aspettare un po’, ma sempre arriva all’effetto giusto. L’Antico Testamento ci rassicura su questo aspetto dell’attività divina. Come abbiamo sentito nella prima lettura: “Farà sparire i carri da Efraim e i cavalli da Gerusalemme, l’arco di guerra sarà spezzato”.

 Non è bello questo contrasto tra umiltà e mitezza e l’efficenza indiscutibile? Questa è la strada dello Spirito, che alla fine vince tutto ciò che viene dalla carne. La misericordia nelle forme concrete salva le persone oppresse, rende la giustizia. Ne parla il salmo responsoriale e tanti altri salmi. Nell’epoca di tanta ingiustizia e di tanti abusi, anche del potere, del prestigio, delle competenze, questa prospettiva sembra essenziale: promuovere la piccolezza moderna e la saggezza vera, cioè quella che viene da Dio,che quindi non si chiude in se stessa, ma rimane sensibile ad ognuno.

È un impegno grande, ma la nostra tradizione ci fornisce tanti mezzi: l’umiltà, la pazienza ma anche la libertà nei confronti di tutti questi giochi solamente umani, non sempre chiari. È la libertà di Gesù, acquistata grazie alla meditazione della sua Parola ed esperienza eucaristica. 

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