Nella liturgia per il giorno in cui ricordiamo tutti i Santi, il salmo dice: “Questa è la generazione di quelli che cercano il tuo volto, Signore”. I santi sono quelli che il volto, cioè l’incontro. Non cercano né le mani né i piedi: non aspettano di ricevere un dono né che il Signore cammini verso di loro. Dopo aver fatto il nostro percorso verso il volto di Cristo, quindi il cammino verso l’incontro, possiamo allora vedere anche le mani e piedi, quindi l’incontro quotidiano, la condivisione della vita.
Nell’esortazione apostolica “Gaudete et exsultate” di Papa Francesco sulla chiamata alla santità nel mondo contemporaneo troviamo la riflessione più ampia e suggestiva. Leggendo le vite dei martiri degli antichi secoli, o dei mistici della riforma carmelitana, ci accorgiamo che sono forme di santità non molto attualizzabili oggi. Questa lettera del Pontefice, invece, ci spiega che possiamo essere santi anche nel mondo contemporaneo. Lui parte dalle immagini della sfera e del poliedro: la prima non è sufficiente per descrivere la realtà della Chiesa, perché tutti i punti sono sullo stesso piano. La seconda, invece, è l’immagine più suggestiva e più vera sia della santità sia della Chiesa: il poliedro ha tante facce e sono tutte orientate verso un punto centrale.
Invito tutti a leggere questo documento. Guardando l’indice, possiamo comprendere anche l’impostazione di Papa Francesco. Il primo capitolo si intitola: “I santi che ci incoraggiano e ci accompagnano”. I santi della “porta accanto”, una sottolineatura tipica di questo Pontefice, parla di me, di te, del nostro vicino. Riconosciamo in una maniera semplice e umile la santità quotidiana. Il secondo capitolo, un po’ più difficile, ha come tema i nemici della santità. Il capitolo terzo è una meditazione sull’inno delle beatitudini.
A mio avviso la parte più caratteristica è il capitolo quarto quando descrive alcune caratteristiche della santità nel mondo attuale: sopportazione, pazienza, mitezza, gioia e senso dell’umorismo. Ricordo una preghiera simpatica che recita: “Signore, dammi una buona digestione e anche qualcosa da mangiare”. Audacia, fervore e una preghiera costante. Queste caratteristiche della santità, nel mondo attuale, sono molto originali e simpatiche, facilmente comprensibili e non così estreme come alcune esperienze dei mistici.
Questa è la riflessione che voglio offrire in occasione della Festa di tutti i Santi. Dobbiamo impegnarci e abbiamo la possibilità di offrire immagini vere e profonde della vita cristiana. Concludo con due spunti per approfondire la nostra preghiera. La prima: ognuno di noi ritrovi la storia del santo di cui porta il nome. Infine, vorrei che i lettori potessero riscoprire la vita e le parole di Madeleine Delbrel. Io utilizzo molto una delle sue preghiere che si chiama “La passione delle pazienze”: la mistica ci spiega che le “pazienze” eroiche sono quelle quotidiane, quando ritarda l’autobus, quando non arriva la persona che stiamo aspettando. Una strada semplice, quotidiana per avere una vita santa, ossia in contatto con il cielo.