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Lavoro minorile: ecco come combattere questa piaga

Si celebra oggi la giornata mondiale contro il lavoro minorile. In questo anno di pandemia la Human Rights Watch ha redatto un dossier in cui denuncia dei grandi passi indietro su questa problematica. Situazione aggravata dalla crisi economica generata dal lockdown, dalla carenza di cibo, fattori che costringono i bambini a lavorare per poter sopravvivere.

Ai nostri giovani bisogna garantire, per partire bene nella vita, un’accoglienza adeguata nella famiglia, con la presenza delle figure materne e paterne che siano in grado di garantire la crescita e lo sviluppo. La prima tutela dei minori deve venire dalla famiglia. I bambini e i ragazzi hanno bisogno di crescere, di apprendere, di relazionarsi, di sperimentare, questo avviene attraverso l’esperienza scolastica: deve essere garantita, per ogni bambino fino ai 18 anni ma anche oltre, il diritto all’istruzione con una molteplicità di esperienze, per prepararsi al mondo del lavoro. Il lavoro è fondamentale, ma solo quando la persona è matura e deve provvedere al proprio mantenimento e a quello della sua famiglia.

Va assolutamente combattuta ogni forma di sfruttamento, garantendo il diritto allo studio, allo sport, a una vita adeguata alla loro età. Le legislazioni internazionali devono perseguire questi obiettivi e lottare quelle forme di sfruttamento del lavoro. Grazie ai rapporti che vengono forniti dalle Ong, siamo a conoscenza di diverse multinazionali che nei Paesi più poveri sfruttano il lavoro dei bambini. Un primo passo potrebbe essere quello di boicottare l’acquisto di questi prodotti e preferire quelli a chilometro zero, sarebbe anche un modo per valorizzare il territorio dove i bambini vivono e crescono.

Un’altra forma di lotta allo sfruttamento minorile potrebbe essere quella su cui si sta discutendo in questi giorni, ossia di tassare queste multinazionali, primo perché è giusto, secondo per utilizzare i proventi di queste tassazioni per finanziare la scolarizzazione dei bambini. Dare scolarità apre all’intelligenza, ai sogni, possono così progettare il loro futuro. Ciò che proviene da una giusta pressione fiscale deve essere dirottato sula famiglia, ma soprattutto per il giusto sostentamento dei bambini e lottare contro la dispersione scolastica.

Sarebbe importante prevedere un assegno scolastico per incentivare le famiglie a mandare i bambini a scuola. La vera prevenzione contro lo sfruttamento del lavoro minorile è il sì alla scuola, la pedagogia dell’educazione.

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