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Lasciamo che l’amore di Cristo risani le nostre ferite

Il mondo di oggi, dilaniato da guerre fratricide, ha urgente bisogno di fraternità vera ed autentica. La missione di Gesù deve continuare nei suoi discepoli. Solo nella misura in cui saremo portatori di gioia, di libertà interiore dal peccato, di liberazione esteriore dalle strutture di peccato, fra le quali le mafie con le piaghe cancrenose dell’usura, del pizzo, della corruzione, dello spaccio della droga, renderemo concreto il “tempo di grazia” e potremo dire di vivere nello Spirito di Cristo. Questo non è possibile con le nostre sole forze umane ma richiede che siamo “rivestiti di potenza dall’alto” (Lc 24, 49), cioè dalla forza interiore dello Spirito del Risorto.

All’origine della nostra responsabilità c’è il dono dello Spirito, cioè l’avvenimento gratuito e immeritato dell’amore del Padre per ciascuno di noi. Egli ci manifesta il suo amore e richiede da ciascuno di noi una risposta a Colui che ci ha amati e ci ama permanentemente per primo. A partire, poi, dalla natura comunionale della Chiesa, come membri del popolo santo di Dio, facciamo parte di un’unica grande famiglia di battezzati, nella camminiamo assieme con stile sinodale, lavoriamo gli uni per gli altri e con gli altri. Soffriamo e gioiamo insieme con gli altri. Preghiamo gli uni per gli altri. Ci perdoniamo gli uni gli altri. Ci correggiamo gli uni gli altri. Ci accogliamo gli uni gli altri. Gareggiamo nello stimarci a vicenda. È utile rileggere e a valorizzare la lettera che lo scorso 19 marzo è stata inviata dal Prefetto della Congregazione del Clero e dal Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi. Come pastori possiamo fare molto perché l’amore di Cristo risani le nostre relazioni e guarisca le lacerazioni che spesso intaccano anche il tessuto ecclesiale, affinché ritorni la gioia di sentirci un solo popolo in cammino, membri di un’unica famiglia, figli dello stesso Padre e quindi fratelli tra noi. Abbiamo bisogno, anche attraverso i “gruppi sinodali” di metterci in ascolto dello Spirito assieme a tutto il popolo di Dio per rinnovare la nostra fede e trovare vie e linguaggi nuovi per testimoniare e condividere il Vangelo con tutti.

Il processo sinodale che Papa Francesco ci propone ha come obiettivo di metterci in cammino insieme, nell’ascolto reciproco, nella condivisione di ideali progetti ispirati al Vangelo, per mostrare a tutti il vero volto della nostra Chiesa come casa ospitale, dalle porte aperte, abitata dal Signore e animata da rapporti fraterni. Per sentirci tutti fratelli e sorelle siamo chiamati ad essere portatori di speranza e operatori di pace, a stare vicini alle sofferenze di tutte le persone colpite dalla pandemia e alle vittime di tutte le guerre, ad aprirci alla solidarietà e all’accoglienza nei confronti dei profughi ucraini e di tutte le persone costrette a lasciare la loro patria a causa di guerre, persecuzioni e calamità naturali.

mons. Michele Pennisi: