Deve dirlo a tutti, non riesce a rimanere in silenzio, come gli aveva chiesto Gesù.
«È Lui, Gesù che mi ha guarito. Nessun medico, nessun sapiente mi ha mai aiutato…ma Lui sì, mi ha tolto la lebbra che mi tormentava, mi ha restituito una nuova vita», avrà gridato!
Al suo racconto le folle si mettono in cerca di Gesù, vogliono conoscerlo, stare con Lui, molti hanno bisogno di poter essere da Lui risanati, «Tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città», ci dice il Vangelo di Marco.
Questo si ripete anche oggi: quando incontriamo davvero sulla nostra strada Gesù, quando lo accogliamo e gli chiediamo di guarirci dalle nostre “lebbre”, da tutte quelle infermità che ci impediscono di amare, di essere felici e di poter vivere una vita piena, una vita nella comunione con Dio e gli altri. Se abbiamo davvero incontrato Cristo, non delle regolette morali, anche noi non potremo tacere questa “rinascita”, portando così molti fratelli al Signore.
Tanti non ricorrono a Gesù perché nessuno gli annuncia questo potere che ha Cristo di renderci felici; i nostri vicini, gli amici, i fratelli, rovinano così la loro vita, cercando un po’ di consolazione nelle cose del mondo. La vita diventa triste e senza senso, l’uomo senza Dio può solo ripiegarsi su sé stesso.
Un’umanità disperata e ingannata sta aspettando l’annuncio del Vangelo, la buona notizia che dall’incontro con Cristo, rinasce la Speranza, la luce e la gioia, siamo liberati dalla schiavitù che ci rende incapaci di amare. Basta dire a Cristo: «Se vuoi, puoi guarirmi!».
Occorre evangelizzare, annunciare questa notizia!
San Giovanni Paolo II insisteva tante volte sulla necessità di questa testimonianza, che lui chiamò “Nuova evangelizzazione”, come ci ricordò nella esortazione Christifideles Laici: «L’evangelizzazione è sempre una testimonianza personale e comunitaria della trasformazione operata dall’evento di Cristo attraverso lo Spirito. L’evangelizzatore testimonia una realtà e un messaggio che lo hanno coinvolto e rinnovato, inserendolo in una comunità che è in sé stessa testimonianza.!».