Nuove e vecchie schiavitù che tolgono la libertà di vivere. C’è la prostituzione che da secoli attanaglia donne indifese costrette a subire violenza dal racket del sesso. Ragazze vendute da famiglie troppo povere e sfruttate da clienti senza scrupoli. Questa è certamente la piaga più antica del mondo e la comunità Papa Giovanni XXIII è da sempre impegnata, a partire dal suo fondatore don Oreste Benzi, proseguendo poi anche con don Aldo Buonaiuto, a contrastarla.
Ci sono poi altre forme di schiavitù, altrettanto dolorose, come la miseria endemica che costringe intere famiglie a emigrare perchè manca il lavoro, oppure perchè ci sono le guerre o le carestie. Persone che vivono private della libertà religiosa o in Paesi dove ci sono dittature violente con chi non si omologa.
A queste si aggiungono schiavitù moderne come quelle che colpiscono molti giovani, il dramma di non poter esprimere i propri talenti, del lavoro che non c’è e di non poter contribuire al bene comune, che tanto avrebbe bisogno di loro. Tante volte Papa Francesco ha richiamato l’attenzione su “un sistema economico privo di preoccupazioni etiche non conduce a un ordine sociale più giusto, ma porta invece a una cultura ‘usa e getta’ dei consumi e dei rifiuti”. Gli effetti negativi sull’uomo della crisi economica globalizzata, dovuta a scelte che aumentano la ricchezza di chi già la possiede, lasciando indietro i poveri che si trasformano così in nuovi schiavi.