Volendo stilare un primo bilancio di questa GMG Lisbona, va sottolineato che si tratta della 38esima edizione della Giornata mondiale della gioventù, che arriva dopo un’attesa più lunga del previsto dovuta alla pandemia di Covid 19. Si percepisce quindi un desiderio spiccato di vivere e manifestare la fede in comunità, i giovani sembrano bramare più del solito l’incontro con i propri coetanei. C’è una ritrovata consapevolezza della salvifica universalità del messaggio cristiano, non a caso si tratta dell’edizione con il maggior numero di Paesi rappresentati. Vi sono infatti pellegrini da tutto il mondo ad esclusione delle Maldive.
L’evento abbraccia quindi il sentire e i bisogni di tutta la gioventù del globo. Domande apparentemente diverse che convogliano tutte verso la sete di verità e giustizia, perché i giovani non chiedono risposte facili ma comprendere veramente cosa chiede il Signore ad ognuno di loro.
Per tutti questi motivi, nei primi giorni di questa Gmg le parole più emblematiche sono quelle pronunciate da Papa Francesco davanti a mezzo milione di ragazzi che giovedì lo hanno Parque Edoardo VII di Lisbona. “La Chiesa è il posto per tutti… Tutti, tutti, tutti!” ha detto il Pontefice, spiegando che Dio ci ama così come siamo, incondizionatamente, un amore che incontra tutti e che cambia i cuori. La conversione non parte infatti da un atto di intelletto ma un incontro con il Padre che ci fa sentire accolti, amati e infine perdonati dei nostri peccati. E’ questa esperienza della misericordia, rivolta a tutti, che ci fa cambiare vita, che ci rende consapevole delle nostre fragilità e che rigenera nell’amore. I giovani sono le anime più fertili e capaci di mettere a frutto questo dono, per questo il Papa torna a sottolineare che nessuno deve sentirsi escluso dal messaggio della Chiesa. Questo ovviamente non significa annacquare la verità ma superare gli individualismi e gli egoismi per stare in comunione. La verità che salva arriva con l’incontro con Gesù che ci ama e poi ci indica cosa è bene e cosa male per le nostre vite e quelle degli appartenenti alle nostre comunità.
Dall’amore e dalla verità arrivano anche le responsabilità davanti al creato, non c’è da sorprendersi quindi che i giovani che hanno pranzato a Lisbona con il Papa hanno potuto confrontarsi su temi cruciali per il destino dell’umanità, quali la pace e la difesa della vita con un riferimento anche alle questioni di aborto ed eutanasia.
Possiamo dire pertanto che la GMG si sta confermando un evento unico per aprirsi alla parola di Dio. Queste esperienze lasciano un segno profondo su coloro che le sperimentano. I giovani sono assetati di senso, una meta che dia senso a tutto. Fra le tante foto che arrivano dalla capitale portoghese mi ha colpito quella di una ragazza che tiene in mano un cartello con scritto “basta essere fotocopie”. Ecco possiamo dire che i ragazzi hanno domande di autenticità che richiedono risposte non scontate, che richiedono di scavare a fondo. La sfida della Chiesa è quella di alimentare una speranza e una bellezza che viene mostrata con la grazia di Dio, la verità e la misericordia per tutti.