Il tema delle interferenze straniere ai danni degli italiani, è una realtà di cui molti intimamente sono convinti, e tuttavia, sinora difficilmente ha trovato una sede autorevole e pubblica per scavare sul fenomeno, e per trovare le necessarie soluzioni. Lo ha fatto in queste ore la commissione esteri del Parlamento, con l’indagine conoscitiva sulle interferenze straniere subite sul sistema delle relazioni internazionali della Repubblica.
Credo che si è voluto approfondire ogni fenomeno nuovo relativo alle ‘interferenze maligne’ che si sono intensificate si sono verificate da un po’di tempo a questa parte, ma cresciute particolarmente nel tempo del Covid 19. Già la commissione Europea ha iniziato ad occuparsi del problema, ed è positivo che lo abbia fatto ora il nostro parlamento.
Dalla notte dei tempi, da quando esistono gli Stati come dimensione politica, ci sono state interferenze espresse nei modi più svariati per indebolire i popoli ritenuti nemici, o per esercitare influenza in generale per l’affermazione di assetti di potere nei paesi ‘amici’, consoni ai propri interessi. Lo si è fatto attraverso persone infiltrate, con la diffusione di ‘verità’ confezionate ad arte ai fini di calunnie propagate sofisticatamente, quando non orientate a far prevalere persone più utili alle proprie convenienze. I sentieri della storia, sono lastricate di questi fatti. Va da se che le vittime predestinate sono innanzitutto i popoli più indeboliti dai dissidi interni: essi son più penetrabili, ed al loro interno, è più facile ‘assoldare’ soggetti che pur di prevalere, sono disposti a pagare il prezzo infame di compromettersi con realtà straniere, che a loro volta poi si rivalgono salatamente per il sostegno dato: ovviamente a carico dell’intera comunità tradita. Ma va detto che queste interferenze, che in passato erano più facilmente contenibili, nella nostra realtà moderna, complici le straordinarie tecnologie digitali, hanno alzato ancor più il rischio per ciascun paese, insisto, in condizione di debolezza a causa di divisioni interne, ma anche perché società più aperta, più democratica, più libera.
Infatti i paesi non democratici sono i più favoriti nelle azioni illegali di interferenza, in quanto non hanno una pubblica opinione a cui rendere conto, in quanto possiedono ambedue le leve del potere economico e politico, e possono dotarsi di apparati informali senza rispondere alle autorità giudiziarie. Ad esempio l’ indagine recentemente condotta per analizzare i fakes introdotti nel sistema social italiano, durante la pandemia, ha registrato in elevatissima percentuale la loro provenienza dalla Russia ed ancor più dalla Cina.
Non ci sono prove che siano i rispettivi governi di questi paesi ad infiltrare notizie false, ma è un fatto che le attività più mirate ad inquinare le notizie in Italia ed in Occidente, provengano proprio da quei luoghi.
Questi fake sono stati introdotti sopratutto per squalificare la Unione Europea, e per far passare l’idea che erano più i Russi e i Cinesi ad essere amici degli italiani, al contrario di francesi e tedeschi. Le stesse tv, compresa la Rai, sono state strumentalizzate per far passare subliminalmente questo messaggio. È chiaro l’intento che si persegue: immobilizzare l’Europa, in modo da non averla come soggetto politico ed economico concorrente, per la costruzione dei nuovi equilibri che si stanno delineando nel mondo. Ma per fronteggiare questa situazione che può diventare persistente ed insidiosa, occorrono alcuni rimedi: rafforzare la coscienza di comunità di condivisione; stilare una nuov carta, nell’epoca digitale, dei diritti del cittadino. Infatti non può verificarsi all’interno di un popolo cosciente della propria storia, che per qualsiasi ragione, si è disposti a far entrare nella propria città il ‘cavallo di Troia’.
Ma è necessario anche punire con la legge, qualsiasi atto teso a ledere i propri diritti di privacy. Il diritto del cittadino di informarsi senza che possano esserci tentativi di distorcere notizie fraudolenti che non corrispondono alla realtà, devono essere perseguite senza esitazione, come violazione di un diritto sacro da assicurare nella nuova civiltà della informazione. Si spera dunque che queste nuove frontiere del diritto e delle libertà, vengano governate per preservarci dai demoni perversi che si insinuano nelle pur eccezionali possibilità che la vita moderna ci offre.