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Inizia un vero cambiamento sorretto dalla consapevolezza degli italiani

È proprio vero che il clima politico in Italia è almeno nelle apparenze radicalmente cambiato.

Sembrano tutti folgorati sulla strada di Damasco, ed a stare alle loro solenni affermazioni, ognuno vuole offrire all’altare della Patria il proprio cambiamento sull’Europa, sull’Euro, sul modello di sviluppo da adottare, sui loro legami di preferenza con le potenze straniere storicamente alleate con l’Europa e l’Italia.

Eppure appena una settimana fa le forze politiche sottolineavano ancora una volta i confini di demarcazione rispetto ai propri avversari storici, prima che in questi giorni siano freneticamente alla ricerca di confronto e collaborazione tra loro.

Certamente il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha preso in contropiede tutti con la mossa del cavallo Draghi, oppure l’ex Governatore della Bce è un fuoriclasse. Ma quello che è successo in questi giorni ha del prodigioso. Sicuramente è la conseguenza della crisi profonda economica che colpisce gli italiani, come anche dello scollamento tra politica e cittadini che ormai non riesce neanche ad essere mitigato dai numerosi populismi nostrani.

In un clima come questo, Mario Draghi ottiene fiducia da cinque sesti dei Senatori, quasi un plebiscito tra i Deputati. E tuttavia bisognerà essere molto attenti a che taluni, adottando l’adagio siciliano di chinarsi giù come canna, almeno fino a quando la piena del fiume non si esaurisca, non ricominci daccapo il proprio modo di fare politica, come accadde già con Mario Monti 10 anni fa. Mario Draghi certamente potrà contare su una maggiore consapevolezza delle cancellerie europee e mondiali che hanno interesse a sanare ogni male italico, potrà contare su una porzione importate di italiani consapevoli della partita in gioco. Ma gran parte del successo, ovviamente, dipenderà da come si investiranno le risorse a disposizione per riorganizzare la sanità per la prevenzione, come si procederà per dirigerci verso una concreta e spedita transizione energetica e digitale che pervada fruttuosamente ogni ambito produttivo e civile, e come l’annosa questione della valorizzazione del nostro patrimonio umano verrà affrontata attraverso un radicale cambiamento della scuola, università e sistema formativo in generale. La credibilità del nuovo Governo dipenderà sicuramente anche dall’esito della gestione dell’attuale colpo di coda del Covid e di come si saprà condurre e concludere la campagna vaccinale.

Ma sono sicuro che il Presidente del Consiglio, nell’orientare la conduzione di queste politiche,  vorrà collegarsi al sentimento di quella maggioranza di italiani consapevoli della necessità andare oltre le astrattezze sociali ed economiche sinora sopportate, della necessità di riannodare i legami con le nostre tradizioni e principi, di ritornare a godere del rispetto internazionale, di superare l’anarchia persistente che ha indebolito il concetto di Repubblica.

Il buon esito di questi aspetti è decisivo per il cambiamento e per la crescita di un nuovo ed ampio blocco sociale che possa garantire un nuovo cammino degli italiani nell’attuale mondo in pieno cambiamento. Insomma, incomincia un vero cambiamento che mobiliti la politica sorretto questa volta da un popolo consapevole delle sfide in atto.

 

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