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Incontro Meloni-Stoltenberg: ecco perché non è solo una visita di cortesia

Foto di Marek Studzinski su Unsplash

Dopo le questioni interne, fra Consiglio dei ministri e campagna elettorale per le europee, la premier, Giorgia Meloni, torna ad occuparsi delle vicende continentali. Mercoledì 8, alle ore 11.30, la presidente del Consiglio riceverà il Segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, mentre alle 17 sarà alla Camera, in Sala della Regina, dove è previsto un suo intervento all’incontro “La Costituzione di tutti. Dialogo sul premierato”. A proposito del vertice con il segretario generale della Nato, Stoltenberg potrebbe chiedere alla premier quali siano i percorsi dell’Italia per raggiungere il 2 per cento per le spese militari, che per la Nato è una pregiudiziale di cui si parlerà anche a Washington nella riunione dei premier dei Paesi dell’alleanza atlantica a luglio.

“Si deve far in modo di essere parte attiva della Nato e rispettare gli impegni che dobbiamo assumere con loro. Credo che dobbiamo arrivare al 2% (del Pil, ndr) ma questa cifra deve essere scorporata dalle spese che noi effettuiamo per tutte le missioni, perché siamo tra i paesi con più missioni internazionali. Andiamo verso il 2% però tenendo conto di tutte le spese che vengono fatte nelle tante missioni italiane”, spiega il leader di Fi, Antonio Tajani. Giova ricordare un particolare. L‘Italia sta cercando di inviare all’Ucraina un sistema di difesa aerea Samp-T. Il Regno Unito ha garantito altri tipi di dispositivi.

Austin e il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, stanno intensificando il pressing anche su Svezia e Romania. I generali della Nato condividono le parole pronunciate al G7 di Capri dal segretario di Stato Usa, Antony Blinken: “Non è troppo tardi, il nuovo pacchetto di aiuti americani consente all’Ucraina di reggere l’offensiva dei russi”. E questo sarà sicuramente un capitolo significativo del colloquio. “Ucrania e Medio Oriente sono due situazioni entrambe molto complicate, noi lavoriamo per la pace sia in Ucraina sia in Medio Oriente, speriamo che prevalga il buonsenso anche se è molto difficile farlo prevalere”, ribadisce il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, “Noi siamo pronti ad aiutare le popolazioni civili”, ha aggiunto, “aiuteremo l’Ucraina a difendersi, non invieremo neanche un soldato a combattere. Un conto è aiutare l’Ucraina, un conto è fare la guerra alla Russia: non siamo in guerra con la Russia”. E la crisi ucraina farà da quinta a tutto.

Eppure molti analisti politici si sono affettati a rubricare l’incontro di mercoledì fra la Meloni e Stoltenberg come una visita di cortesia, essendo il politico norvegese a fine mandato. Ma nel contesto europeo di cortesie ce ne sono ben poche. Fine mandato o meno l’incontro romano sarà comunque appuntamento diplomatico di rilievo, perché il numero uno dell’Alleanza consegnerà a Roma un messaggio esplicito e scomodo: visti i tempi, sarebbe gradito se acceleraste sull’incremento delle spese militari, destinando il 2% del Pil a quello scopo. Chiedendo insomma all’Italia di mettersi in linea con gli impegni ben prima del 2028, dato ribadita dal ministro Guido Crosetto per tagliare quel traguardo. La risposta, però, potrebbe essere molto diplomatica, ma solo per mancanza di alternative: vorremmo, ma le risorse sono davvero scarse. Avvertimento scomodo, si diceva, perché il governo non è in condizione di mostrarsi recettivo rispetto alla richiesta occidentale. Avendo intuito per tempo il problema, proprio Crosetto aveva pregato Meloni e Giancarlo Giorgetti di battersi al massimo per provare a scorporare le spese della difesa dai parametri del Patto di stabilità: al momento la missione è in stallo.

E adesso la premier non potrà far altro che ipotizzare con Stoltenberg qualche limatura al rialzo rispetto agli impegni presi nel documento programmatico della difesa 2023-2025, da portare come dote politica all’importante vertice Nato del prossimo 9-11 luglio a Washington e, ancor prima, al G7 di Puglia in cui siederà al banco della Presidenza. La settimana della premier prevede, per giovedì alle 11.30, la presenza della Meloni in Senato per le celebrazioni del ‘Giorno della memoria’ dedicato alle vittime del terrorismo. Infine venerdì figurano in agenda due incontri a Palazzo Chigi: alle 11.30 la premier vedrà il Presidente della Baviera, Markus Thomas Theodor Söder; mentre nel pomeriggio, alle 15.30, riceverà il primo ministro della Repubblica d’Iraq, Mohammed Shia’ Al Sudani.

Enrico Paoli: