Magari il Signore ci donasse la fede di Giàiro, per capire che Gesù ci è sempre vicino, è pronto a rispondere alle nostre richieste di aiuto, desidera farci sentire che non siamo mai soli nelle vicende belle o difficili, piccole o grandi, che incontriamo ogni giorno.
Ma spesso noi siamo troppo occupati nei nostri “affari” e pensiamo che il Signore sia lontano da noi; così ci affanniamo ad inseguire i nostri progetti, le nostre idee di come deve essere la nostra vita, di come conquistare la felicità, scegliamo di percorrere altre strade lontane da Lui.
Forse anche noi, come la donna emorroissa, abbiamo cercato tanti “medici”, speso tempo e denaro per cose che non hanno mai guarito la nostra profonda infelicità: vacanze, piaceri, carriera, soldi, possesso, stima degli altri…ecco i medici che non ci hanno guarito. Abbiamo continuato a provare come una perdita della vita, trascorrendola senza un senso vero.
Nel Vangelo di Marco di questa domenica la donna ammalata che sfiora soltanto il mantello di Gesù, siamo noi che incontrando Gesù, veniamo subito guariti. Cristo compie questo miracolo perché, tra tante persone che lo circondavano, riconosce che solo questa donna metteva davvero tutte le sue speranze in Lui: “La tua fede ti ha salvata”. Ancora oggi è la fede che può salvare la nostra vita, ridonarci la dignità perduta, la consapevolezza che essere amati da Dio è il dono più grande.
Chiediamo a Cristo di accorgerci del Suo amore, di scoprire la bellezza di un Dio che non chiede nulla ma tutto dona: è un amore che ogni giorno ha il potere di rialzarci. Anche oggi si rivolge a noi, come quel giorno alla bambina di Giàiro che tutti pensavano già morta, e ci dice: “Talita Kum”. Coraggio, Gesù viene a darti la mano per rialzarti, per riaprire la Speranza, perché con Lui nulla è perduto e tutto può ricominciare. “Non temere, soltanto abbi fede”.