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Il virus dell’ignoranza

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Può sembrare paradossale eppure il complesso e sofisticato mondo della comunicazione, che domina la nostra epoca, mostra la sua crisi profonda. L’invadenza dei social ha provocato la decadenza dei media tradizionali a partire dalla carta stampata che ha visto ridurre drasticamente sia il numero dei propri lettori che il livello della qualità delle notizie. La crisi finanziaria, concausa e conseguenza dell’attuale degrado culturale, ha segnato e consegnato l’informazione ad un declino etico e morale senza precedenti.

Con il dominio indiscusso della rete la qualità della comunicazione si è abbassata notevolmente, spingendo tutti gli analisti verso un conformismo sempre più mediocre. Il web infatti mostra anche i limiti profondi di molti utenti spesso protesi a forme di banalità e superficialità nonché di sconcertanti bassezze umane. Il macabro e l’horror, l’esaltazione della violenza e l’illusione delle perversioni, l’interesse maniacale di conoscere il privato altrui cosi come la totale indifferenza o disumanità verso chi è più debole sono alcune delle caratteristiche dei nuovi idolatri dei media.

Dal cinema ai cartoni, dal web ai video giochi, dalla stampa alle tv non si fa altro che veicolare in modo ossessivo odio e vendetta, maldicenza e compiacimento nel vedere l’altro sconfitto… chiunque deve in un certo modo diventare “il più forte” sottomettendo il prossimo al fine di poter innalzare la propria solitaria bandiera. Di fatto una grande tristezza avvolge questa umanità disperata che ha bisogno di scioccare e colpire, di attaccare e condannare qualcuno per sentirsi viva e appagata.

Il livello di regressione sociale raggiunto è tale da aver contaminato perfino le fucine dell’alta cultura, quella delle accademie e delle realtà scientifiche da sempre non facilmente permeabili. Capita di vedere studenti che consolano i propri docenti, demotivati e depressi: purtroppo dalle cordate della politica, del potere e della finanza dipende il livello reale di quel cantiere di umanità. Cosi i quarantenni di oggi non solo ignorano la storia, l’antropologia, l’etica ma faticano a elaborare correttamente i loro pensieri e a non sbagliare perfino l’ortografia. Uno scenario angosciante perché tra questi ci sono docenti, avvocati, medici e altri professionisti che non possiamo immaginare come educheranno le nuove generazioni.

Anche all’interno degli ambienti religiosi le cose poi non vanno tanto meglio. Il virus dell’ignoranza è entrato anche lì dove l’amore per la conoscenza e la Sapienza è stato l’orgoglio di intere generazioni di padri. Quando incontro giovani religiosi incompetenti mi rattristo e mi preoccupo anche per questa nostra Chiesa cattolica che sembra essere scivolata in quel relativismo pratico cosi ben descritto da Papa Francesco nella Laudato Si. Eppure non possiamo rinunciare a dare speranza e ad essere testimoni della fede perché i figli di questa nostra umanità ci chiederanno conto di ciò che gli stiamo lasciando. Come potremo giustificare tutto questo spreco e tradimento della storia e della memoria, della cultura e delle proprie radici, della tradizione e delle conquiste, dei valori e dei martiri che hanno dato tutto se stessi per le giuste cause?

Un sacco vuoto, deturpato e saccheggiato: così rischia di essere questo mondo superficiale e accecato da miseri personalismi. Abbiamo tutti il dovere di rialzarci da questa stagnazione diabolica e di scuoterci rimboccandoci le maniche per invertire drasticamente questa deriva; ciascuno deve rendersi finalmente parte attiva nel contribuire alla costruzione del bene comune di cui si è perso del tutto il senso e il significato. E’ anche questo lo scopo del nostro giornale che nella testimonianza della fede e della verità non teme certamente esposizioni di sorta anzi invita tutti verso una coesione coraggiosa per difendere i valori dell’uomo.

Oggi la Chiesa cattolica celebra la natività della Vergine Maria e In Terris compie il suo terzo “compleanno”. È stata una scelta ben precisa quella di dedicare e votare il nostro quotidiano alla straordinaria presenza di Maria. Non è stato inaugurato in questo giorno per una semplice devozione bensì per un’ispirazione e profonda convinzione: quando interpelliamo la presenza di Maria i nostri sentieri vengono da Lei illuminati e custoditi. Per motivazioni irrazionali ma concrete questa Sua partecipazione è in grado di produrre grandi benefici. In Terris pur occupandosi di problemi e questioni terrene non ha mai smesso di indicare la direzione del cielo, insostituibile ad ogni uomo.

E così “l’amore alle lettere” e il desiderio di Dio diventano complici in questo progetto editoriale che non si limita ad informare ma intende soprattutto sollecitare la riflessione verso contenuti e valori insostituibili. Voi lettori partecipate con interesse e rendete molte annotazioni: questo è motivo di soddisfazione per noi perché indica che la vostra attenzione non si limita ai soli titoli. Questa piccola goccia nell’oceano dei media spero possa contribuire a curare l’ignoranza e crescere nelle virtù.

don Aldo Buonaiuto: Fondatore e direttore editoriale di In Terris, è un sacerdote della Comunità Papa Giovanni XXIII. Da anni è impegnato nella lotta contro la prostituzione schiavizzata