Sono stati pensati come esseri complementari per uno scopo che li trascende. Uomo e donna sono chiamati a portare in ogni ambito di vita la propria specificità, perché sono due originalità create per un identico compito: costruire la comunità umana come insieme di fratelli che riconoscono l’unico Padre Dio.
L’uomo non sazierà mai il cuore di una donna, e la donna quello dell’uomo. Marito e moglie saranno pienamente soddisfatti solo camminando insieme verso l’Infinito di Dio, realizzando la missione loro affidata. L’amore non è guardarsi in volto, ma camminare insieme verso la stessa meta.
L’uomo e la donna sono chiamati a fare figli non per loro stessi, ma per realizzare umanità. Essi generano delle “originalità”. Ogni figlio è una parola irripetibile di Dio, con un destino, un compito, una missione originale. Il genitore esiste per favorire quel miracolo che è ogni figlio; su di lui non deve avere mire proprie, scopi personali; non se ne può servire; deve solo guidare questi figli, aiutandoli a scoprire il disegno di Dio su ognuno di loro.
L’educazione è il lavoro fatto insieme, genitori e figli, per scoprire quel disegno, per vederne lo svolgimento, per rispondere alle chiamate contenute in esso e rivolte ai genitori e ai figli.
I genitori esistono per stimolare, sostenere, favorire, la crescita dei loro figli in quel disegno. I figli hanno raggiunto la maturità quando destinano la loro vita secondo intelligenza, amore e verità. I genitori hanno adempiuto il loro compito quando hanno portato i figli a non avere più bisogno di loro perché lo hanno maturati al punto da saper rigettare il male e scegliere il bene.
I figli non sono proprietà di chi li ha generati, i genitori sono semplici affidatari dei loro figli e li devono educare secondo le linee indicate da chi li ha loro affidati: Dio.