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Il diavolo senza coperchi

In nome del diritto di cronaca, della libertà di raccontare si può ormai distorcere qualsiasi fatto fino ad arrivare alla sua totale invenzione specialmente se il motivo è quello di suscitare scalpore, scandalo, creare vilipendio o mettere alla berlina. Le false verità non solo vanno di moda ma ormai, nell’epoca satura di ogni forma di relativismo, appare quasi impossibile invertire la rotta, anzi può risultare perfino controproducente affermare il contrario.

La Verità che rende libero l’uomo sembra solo il retaggio di un linguaggio desueto quale si vuol far apparire quello evangelico pretendendo che sia superato dalle “nuove intelligenze” di questa liquida contemporaneità.

E così alcuni operatori della comunicazione al solo fine di avere più accessi sono pronti a ingaggiare ogni compromesso con il principe della menzogna senza disdegnare correzioni perfino ai Santi o a Nostro Signore. In tal modo si arriva ad ammettere la pubblica derisione di chiunque, vivo o morto che sia, di santificarlo o di maledirlo, irridendo alle funzioni più sensibili e delicate fino a sporcare o a insultare il lavoro di tante persone che dedicano l’intera vita alle vocazioni più singolari.

Così è accaduto in questi giorni quando sono stati attribuito agli “esorcisti” o presunti tali lauti guadagni. Un’assurdità che di sicuro non riguarda il ministero dei sacerdoti esorcisti della Chiesa Cattolica né è accettabile che questi vengano confusi con ciarlatani occultisti o con meschini mercenari delle cose sacre.

E allora chiariamo: il ministero dell’esorcistato è frutto e dono della volontà di Gesù Cristo per liberare e guarire i suoi figli che lottano con il Maligno e nessuno può pretendere di riuscire nell’intento evidentemente diabolico di ridicolizzarlo o di creare confusione ad arte al solo fine di ottenere qualche click in più. La serietà nel trattare questi temi e nel presentare certe esperienze che toccano la vita di persone gravemente tribolate deve essere e deve rimanere inviolata! Non temiamo anzi smascheriamo anche queste, tra le varie arti e tentazioni diaboliche!

Chiariamo pure che viviamo in un tempo dove chiunque, anche coloro che sembrano essere i più titolati, invece di amare la chiarezza sia di linguaggio che di contenuti si compiacciono nel diffondere notizie ambigue, tendenziose, suggestive arrivando a ribaltare anche le posizioni più acclarate, pacifiche, condivise.

Ecco perché oggi l’oggettività dei fatti è fortemente manipolata dagli adepti, consapevoli o inconsapevoli, del principe della menzogna che prova a vincere le sue piccole battaglie utilizzando i più deboli e sprovveduti nella fede che, come tali, volentieri si prestano a suonare le trombe dell’odio e delle insinuazioni. E la rete diventa formidabile cassa di risonanza nell’irretire chiunque incappi in titoli e sottotitoli d’effetto, scivolando facilmente nei meandri di bugie, assurdità, falsità laddove non si esercita riflessione e pensiero critico.

In questo diabolico scenario alla Chiesa Cattolica – per non parlare della persona del Pontefice – vengono riservate volentieri le polpette più avvelenate, quelle che possano ferire maggiormente il cuore di Dio. Sì, perché attaccare la Chiesa Cattolica, il culto cristiano, i consacrati, il Papa non è diventato solo uno sport molto facile per chi ignora le cose di Dio ma rientra in un vero e proprio piano diabolico in cui perfino molti cattolici e chierici non hanno contezza di esserne spesso ignare pedine; e ciò accade quando la superficialità prevale sulla riflessione e sulla robustezza della fede, facendosi manipolare, infarcire di dubbi e insinuazioni, di odio e di paure.

Sono essi sacerdoti e teologi, consacrati e laici cattolici, tutti appartenenti a lodevoli movimenti di fede eppure li vediamo stranamente uniti nell’accanirsi diabolicamente contro Papa Francesco e tutta la comunità ecclesiale.

Ebbene sì, risultano viscidi e velenosi come serpi che tramano nell’ombra per poi manifestarsi con l’ipocrisia spietata e calunniatrice specialmente quando strisciano nell’ora del Getsemani con il solo fine di evocare il discredito, di mettere in risalto l’errore o la colpa. In nome di una qualche “giustizia” si annuncia il reato ancor prima che sia stato accertato spesso distruggendo la vita di persone innocenti o comunque di persone di carità e in perfetta buona fede dinanzi al pur sempre possibile errore umano, bramando invece di volerli elevare a mostri infami.

Siamo ormai passati dagli opinionisti di un certo livello ai “supposizionisti” scarsi, servi e servili di qualche padroncino di turno.

E così la Chiesa soffre l’assedio già al suo interno, subisce il disprezzo che deriva principalmente da una fede arida, spesso solo presunta, che quando colpisce corrode non solo l’anima ma anche la mente e il cuore.

Infatti il grande problema è tutto spirituale ovvero che l’uomo senza la preghiera e la relazione con Dio diventa prigioniero di impressionanti ingranaggi diabolici. E diabolica è anche la pigrizia o la superficialità che fa arretrare la volontà di cambiare mettendosi in discussione, di riconoscere il bisogno di aprirsi alla grazia per rinnovare la propria interiorità: quando questo accade ciascuno, assai stoltamente, subisce in verità la tentazione di pretendere unicamente la conversione dell’altro senza partire dalla propria.

E questo è fare il gioco del demonio mentre irride la Chiesa di Cristo che, immagine storica della “piccola tribù d’Israele“, suda e fatica con i suoi nuovi martiri perseguitati a causa della fede che muoiono e continueranno a morire sconosciuti ai più o dimenticati da troppi.

Ci vuole il coraggio e la libertà autentica che solo la fede robusta in Cristo Risorto dà, per credere, sperare e farsi artefici del cambiamento di questo sistema, già profondamente marcio e corroborato da tanta comunicazione narcisistica.

L’ignoranza sta imbarbarendo la vita sociale, con un pauroso carico di analfabetismo di ritorno in fatto di fede e di valori; ecco perché il mio pensiero si appella ai giovani affinché si nutrano di quel coraggio e di quella fede robusta per essere autenticamente anticonformisti come solo i giovani sanno essere difronte ai messaggi ambigui che li travolgono, con tutta la libertà di riconoscere e lottare per quella Verità Via e Vita che porta il nome e lo spirito di Gesù.

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AUTORE

don Aldo Buonaiuto
don Aldo Buonaiuto
Fondatore e direttore editoriale di In Terris, è un sacerdote della Comunità Papa Giovanni XXIII. Da anni è impegnato nella lotta contro la prostituzione schiavizzata

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