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I veri nemici dell'Assunta

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Sono passati quasi settant’anni dalla proclamazione del dogma dell'Assunzione di Maria Vergine eppure, a distanza di così tanto tempo, ancora ci si scandalizza della devozione mariana. Quanti comprenderanno e vivranno oggi la festa liturgica lo possiamo immaginare, considerato il forte calo delle presenze dei credenti alle Sante Messe festive. La Madonna viene utilizzata però in base alle varie tradizioni paesane, molti la venerano e vivono la spiritualità mariana con grande serietà e tanti altri vedono questa Donna speciale, la Madre di Dio, come un portafortuna a cui appellarsi nei momenti di bisogno.

Nel nostro Paese si bestemmia continuamente la Madonna rendendola oggetto di ingiurie e turpiloqui, considerati come “innocui” intercalare o “simpatici” esercizi di creatività. Come insegna il Vangelo, non sta a noi separare il grano dal loglio, ma va anche detto che servirsi della Vergine Maria per conquistare artificialmente la solidarietà dei credenti è compiere un abuso che ricadrà sempre addosso. 

Spesso fa scandalo l’espressione che si fa della devozione mariana, piuttosto che la sua negazione: a chi non vengono in mente le statue sacre dileggiate e i luoghi-simbolo della cristianità profanati? Quante volte, spesso sotto i nostri occhi distratti, la Madre di Cristo è usata, insultata, persino mistificata nella comunicazione, nella pubblicità e nello show business?

Una nota compagnia aerea ha vietato alle sue hostess di mettersi il rosario al collo, una conduttrice televisiva è finita nel mirino di un'odiosa campagna social per via di una corona del Rosario che – a detta di alcuni – non va ostentata. Quando, invece, capita di vedere le medesime immagini su riviste patinate o snaturate a mere rappresentazioni iconografiche dell'alta moda, nessuno apre bocca. E così, ci si trova di fronte a un paradosso: un aumento considerevole di immagini mariane – basti pensare ai tanti tatuaggi sul tema – a cui non corrisponde un’altrettanta, radicata devozione.

Cos’è tutto questo, se non un fenomeno di dissacrazione? Sulla stessa linea, ha basato il suo successo una celebre cantante internazionale e, seguendo le orme di questo ricorso, che definirei strumentale, continuano ad alimentarsi mode e linee di pensieri spesso ostili alla vera fede, come nel caso delle sette. In realtà, se c’è un valore sul quale è blasfemo dividersi è proprio la devozione mariana. Lo si vede drammaticamente negli inchini durante certe processioni con le statue mariane abbassate a rendere omaggio ai boss mafiosi: una pratica inammissibile contro la quale la Chiesa non ha mancato di far sentire la propria voce. 

A tutto questo roboante uso che si fa della Vergine, Maria stessa risponde con il silenzio. Nelle Scritture, la Madre di Cristo parla poche volte, sempre per esprimere totale adesione alla volontà divina. La Madonna non è una chiacchierona e ogni Sua espressione – che trova compimento nella preghiera del Magnificat – è di una stringata ed essenziale limpidezza. Nelle apparizioni mariane finora accettate dalla Chiesa, i messaggi della Vergine sono sempre improntati alla preghiera, al digiuno, alla conversione e alla richiesta di pace.

Da sacerdote esorcista, posso testimoniare che il santo Rosario è il principale nemico del demonio. Ho visto persone disturbate dal diavolo che, con la coroncina in mano, avevano reazioni indescrivibili.
In una civiltà occidentale che bestemmia la Madonna, bisogna ricordarsi che Maria è di tutti e non può essere esclusiva. E così, a difenderla e venerarla finiranno un giorno per essere quasi solo i mussulmani, che da sempre la ritengono un ponte tra cielo e terra e le rendono onore come madre del profeta Gesù.

Mi auguro che la festa dell’Assunzione, simbolo evidente di una genuina devozione mariana coltivata nei secoli, consenta di riflettere sui veti, veri o presunti, che la nostra società del politicamente corretto impone. Riscoprire la devozione alla Vergine esula da ogni strumentalizzazione. Non mettiamo, dunque, ipoteche sulla devozione mariana. Dal Cielo sarà l’Assunta a riconoscere i suoi veri figli.

don Aldo Buonaiuto: Fondatore e direttore editoriale di In Terris, è un sacerdote della Comunità Papa Giovanni XXIII. Da anni è impegnato nella lotta contro la prostituzione schiavizzata