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I temi affrontati da Tajani e Salvini al Meeting di Rimini

Al Meeting di Rimini, la casa della politica di fine agosto, ieri è stata la giornata dei vicepremier, Matteo Salvini e Antonio Tajani. Giornata molto attesa, anche se i due esponenti del governo Meloni sono stati alquanto pragmatici nei loro interventi. Oggettivamente la fase politica, pur essendo in pausa quella dell’esecutivo, si presenta particolarmente complessa, considerando le fibrillazioni di questi giorni, legate alle polemiche scatenate dai classici dibattiti estivi, destinati a durare anche qualche settimana. Per questa ragione tanto Salvini quanto Tajani hanno preferito seguire la strada degli interventi diplomatici, con modeste incursioni nel campo delle strategie e delle alleanze.

Il ministro degli Esteri, volendo seguire il titolo del panel, ha parlato delle grandi sfide internazionali, in un intervento moderato dal segretario generale di Avsi Giampaolo Silvestri. “Se pensiamo di rapportarci all’Africa con una mentalità neo-coloniale rischiamo veramente di avere una sorta di rifiuto nei nostri confronti”, sottolinea il titolare della Farnesina, “che farebbe danno a noi, e forse danno all’Africa, perché arriverebbero altre realtà, penso alla Russia e alla Cina, che non hanno interesse di vicinato, ma solo egemonico e economico”. Sul tavolo anche il nodo dell’alluvione. In particolare, Tajani ha sferrato un attacco al presidente della regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, che nei giorni scorsi non ha mancato di rivolgere critiche all’operato dell’esecutivo e in particolare ai fondi attesi da famiglie e imprese. “Capisco che ci sia delusione per non essere strato nominato commissario”, dice Tajani, “ma non è giusto fare polemica. Noi stiamo dando risposte concrete. Io non sono abituato a fare passerelle”, aggiunge il vice premier, “sono stato a Forlì poco dopo l’alluvione, ho promesso un impegno del ministero annunciando pronti investimenti per 700 milioni alle imprese che lavorano con export. E tutto quello che ho promesso ho mantenuto; le polemiche stanno a zero, non si fa propaganda”.

Quindi sul palco è salito il ministro delle Infrastrutture e anch’egli vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini. Temi di rilevanza nazionale nel suo intervento, a cominciare dal Pnrr che ha definito “una cassa da oltre 200 miliardi la cui maggioranza sono soldi a prestito da restituire. Da ministro dico: ‘spenderli tutti ma bene’, perché sono a prestito e li restituiranno i nostri figli. Se devo indebitare mio figlio per costruire stadi di calcio anche no, se costruisco asili nido va bene”. Quindi, una battuta anche sul progetto del ponte sullo stretto di Messina: “Lavoro perché da qui a un anno, i cantieri siano aperti”, evidenzia Salvini. Quanto ai temi economici, il leader della Lega ha ribadito come la priorità sia quella di “aumentare stipendi e pensioni. Mettere quello che riusciremo a ricavare, ad esempio risparmiando sul reddito di cittadinanza per chi non ne ha diritto, e confermando il prelievo sui guadagni milionari delle banche, in aumento di stipendi e pensioni. Taglio delle tasse per aumentare stipendi e pensioni, il che significa aiutare le famiglie”, spiega il vicepremier. L’appuntamento al Meeting, per Salvini, è stato anche l’occasione per un bagno di folla, con gli immancabili foto e selfie. Il leader della Lega, vicepremier del Governo Meloni e ministro delle Infrastrutture si è soffermato a scambiare chiacchiere e qualche battuta col popolo di Comunione e Liberazione passeggiando per gli stand della Fiera. Infine lo scambio di battute col Governatore della Liguria Giovanni Toti: “Sono a dieta, e tu sei dimagrito?” Da parte il capo della diplomazia italiana ha ricordato come sia necessario sostenere politicamente ed economicamente le missioni cristiane in Africa. “Il mondo missionario svolge un ruolo immanente, oltre a quello trascendente, per favorire crescita e formazione di tanti giovani. Questo non va dimenticato”, afferma Tajani. Il ministro ha chiuso il suo intervento ricordando l’importanza di proteggere le comunità cristiane in Africa. “Non capisco perché se c’è una minoranza offesa tutti si agitano, se viene offesa invece una minoranza cristiana” non è così, “la persona va sempre tutelata”.

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