La cosa più importante è non farsi intimidire. Più la missione è importante, più il nemico vuole spaventare. Cerca di convincersi che è impossibile. Mostra i fallimenti di chi ci ha già provato. Forse il Signore Gesù ha sentito questa pressione velenosa quando ha saputo dell’imprigionamento di Giovanni Battista. Poi è arrivata la notizia della sua morte. Eppure Giovanni doveva preparare la missione del Signore Gesù. Se ha incontrato un simile destino, a cos’altro andrà incontro il Signore Gesù. A un certo punto dirà: “Il discepolo non è più grande del maestro, il servo del maestro” (Mt 10,24).
È sconcertante che, da un lato, il Signore Gesù sembra volersi rifugiare, come se stesse cercando un posto. D’altra parte comincia a insegnare: come se continuasse, ma in fondo anche sviluppasse l’insegnamento di Giovanni. Non solo, chiama i primi discepoli, certamente non ancora consapevoli di ciò in cui stanno entrando e di ciò che li attende: la stessa sorte di Giovanni e del Signore Gesù.
Che grande determinazione! Invece di fuggire, di nascondersi, il Signore Gesù intensifica l’azione, allarga il suo campo, recluta collaboratori. Lo fa, in un certo senso, proprio per quello che è successo a Giovanni. L’opera del Padre, così eloquentemente annunciata e introdotta da Giovanni, deve essere portata avanti – e maggiore è la resistenza dell’avversario. Non si può cedere, bisogna andare avanti fino alla vittoria finale.
Inoltre, si deve essere attivi e creativi – più il nemico semina distruzione e vuole spaventarvi. Forse questo è il nostro più grande problema oggi, che soccombiamo a questa pressione – psicologicamente, socialmente, culturalmente. Non crediamo che si possa fare qualcosa. Ci manca la forza e lo slancio del Signore Gesù. E il suo coraggio: dopo tutto, sapeva cosa lo aspettava, ma ancora di più, non ha perdonato. Stando con Lui, cosa dobbiamo temere? Al posto dell’arrestato e poi ucciso Giovanni, sono appena sorti il Signore Gesù, i Dodici, gli altri discepoli! Con quale spirito eloquente la Chiesa è cresciuta dai semi del martirio! Uno dei principi fondamentali della tattica non dice forse che la miglior difesa è l’attacco? La migliore risposta ai tentativi di spingerci alla passività, di chiuderci la bocca e legare le mani è solo quella di sviluppare l’attività: di proclamare Gesù, di fare la Sua volontà!. In modo che diventi sempre più nostra! In modo che ci sia in esso la saggezza, la potenza e lo slancio delle azioni del Signore Gesù! Quanto ne ha bisogno la Chiesa oggi!