Russia e Ucraina sono in guerra. Dopo un video di Putin che annunciava l’invasione, le forze armate russe hanno iniziato il loro attacco su più fronti. Una mossa avventata? No, calcolata con molta minuziosità e tempestività. Putin non è uno spericolato. Credo che il punto di svolta sia avvenuto alla fine, ma forse anche durante, l’incontro di Monaco sulla sicurezza. Putin ha capito che la “semplice” minaccia dell’ammassamento delle truppe e del ricorso alle armi non sarebbe bastato per far prendere concrete iniziative nel senso da lui auspicato e ha deciso di intervenire. Il suo obiettivo? Disarticolare la capacità di fuoco dell’Ucraina. Nonostante a Monaco il cancelliere tedesco Scholz abbia affermato che l’ingresso dell’Ucraina nella Nato non era in agenda perché non ha i requisiti necessari, il presidente Zelensky – che ha inserito l’appartenenza alla Nato in costituzione, ma entrare nell’alleanza non dipende dall’Ucraina – non ha mostrato la minima intenzione di rivedere le sue posizioni.
La Nato e l’Ue hanno deciso di varare un pacchetto di sanzioni durissime contro la Russia, che già non navigava in acque molto buone. Ad oggi sappiamo che Putin ha come obiettivo quello di disarticolare le capacità militari dell’Ucraina, sta attaccando i centri vitali dell’esercito e della direzione ucraina, ma non sappiamo se intende invaderla tutta. Per quanto le sanzioni siano dure, non sono paragonabili a un’azione militare che è sempre immediata, dura e brutale.
La Nato ha già detto che non interverrà in Ucraina e questo è un punto che lascia riflettere. Non può farlo perché, prima di tutto è un’alleanza difensiva; secondo, l’Ucraina non ne fa parte; sarebbe un’illegittimità rispetto a un’illegittimità. L’Europa non ha i mezzi per farlo. Ma questo cosa significa? Putin tutto questo lo sa bene ed ha preventivato che non avrà una risposta militare. Le sanzioni possono fare del male alla Russia, ma potrebbero far molto male anche a noi. Intanto ha fatto vedere al mondo la sua capacità di pianificazione, che era stanco di questa non risposta da parte dell’Ucraina e dell’ Europa. Sono sei anni che è stato firmato l’accordo Minsk II e sono trent’anni che Mosca chiede all’Occidente di non far espandere la Nato vicino ai suoi confini. Ha calcolato bene cosa fare e deciso di rendere inerme l’Ucraina e, probabilmente, mettere un cordone a difesa del Donbass, già nelle mani degli indipendentisti. L’Occidente minaccia sanzioni, ma ancora non ha deciso niente. La Russia ha una capacità militare notevole, capacità di mediazione che ha dimostrato in Siria, capacità di intervento che ha mostrato in Libia, nel Sahel, nel sud dell’Africa e comincia ad affacciarsi anche in America Latina. In qualche modo ha ottenuto anche la solidarietà da parte della Cina.
Questa è una mia lettura pessimistica. L’operazione di Putin non è assolutamente legittima, è comunque un uso ingiustificato della forza. Probabilmente è arrivato a questo punto considerando la debolezza della controparte: quella di un’Europa che non è coesa. Ora possiamo solo aspettare e vedere fin dove Putin vuole arrivare.