Rileggo la pagina di Matteo su Giuseppe di Nazareth: “Sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto”. (Mt 1,19-20). Ecco l’uomo giusto. Ecco l’uomo vero, l’uomo attento alla dignità della sua donna. E attento alla sua coscienza illuminata!
Sono parroco di una parrocchia che ha come patrono san Giuseppe. Secondo la tradizione, ha salvato la popolazione dal terremoto nel 1741. E noi lo ringraziamo con una processione voluta da tutta la comunità anche civile. Ci siamo messi a rileggere la sua storia a partire da lui come descritto dal Vangelo e a partire dai nuovi “terremoti” che investono oggi il mondo. In correlazione col nostro vissuto, la sua testimonianza ha ancora valore.
Abbiamo scoperto i tratti della sua umanità: lui, buon talento di padre; uomo di fede; uomo pieno di rispetto; profugo e rifugiato; custode delle debolezze; illuminato; tutto lavoro, famiglia e festa; vicino a chi non ce la fa; meravigliato, ed altri.
Un anno abbiamo ricordato il terremoto della Turchia. Poi ci siamo messi a considerare i terremoti delle società e delle nostre condizioni di vita. Il primo è la guerra, che sta attraversando il mondo e non sembra volersi interrompere. Poi ci sono i terremoti delle nostre relazioni umane nelle famiglie. Sembrano inevitabili i terremoti delle relazioni di coppia. Ancora cresce sotto sotto (perché non se ne parla piu’!) il terremoto di vite spezzate dalle droghe, dall’alcool, dal gioco. Ci sono i terremoti finanziari, che toccano ormai tante famiglie impossibilitate ad arrivare a fine mese. C’è il terremoto della politica, che non riesce a convergere nel bene comune a partire dai piu’ deboli. C’è il terremoto della sanità che non riesce a curare tutti. Possiamo continuare. Viviamo in una terra che trema, non solo quella fisica, ma anche quella sociale e umana.
San Giuseppe, custode della Santa Famiglia, è custode della Chiesa. Cosa custodisce? E’ custode della presenza di Dio tra noi, fatto uomo in Maria, la sua sposa, uomo nuovo, Gesù di Nazareth. Il 19 marzo del 2013, a pochi giorni dalla sua elezione Papa Francesco ha voluto iniziare il suo ministero con la festa di san Giuseppe e sappiamo quanto legame c’è tra loro. Disse: “Abbiamo ascoltato nel Vangelo che «Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’Angelo del Signore e prese con sé la sua sposa» (Mt 1,24). In queste parole è già racchiusa la missione che Dio affida a Giuseppe, quella di essere, custode. Custodire la vita; custodire anche la sua vita, a partire dalla sua coscienza. Custodire come preziosa l’ispirazione divina. Custode di chi? Di Maria e di Gesù; ma è una custodia che si estende poi alla Chiesa.
Oggi diremmo che ha tenuto accesa la speranza di non morire, di far entrare l’eternità divina nella fragilità umana. E lo ha fatto con il silenzio dell’obbedienza attenta, attraverso la voce di Dio nel sogno. Anche nella Bibbia incontriamo molti sogni. Le storie dell’Antico e del Nuovo Testamento sono inframmezzate da sogni attraverso i quali il Signore avverte e incoraggia il suo popolo. L’ermeneutica dei profeti, che interpreta il significato dei grandi sogni, è l’opposto di quella di Freud. Il significato dei sogni profetici nella Bibbia risiede non nei desideri dell’uomo, bensì nei desideri di Dio. È Dio stesso che entra nelle profondità del nostro inconscio e da lì ci invia i suoi messaggi nel linguaggio ambiguo dei sogni. Il profeta rivela nei sogni, nei propri e in quelli degli altri, i desideri inespressi di Dio, interpreta gli appelli di Dio perché gli uomini accolgano questi desideri e compiano la Sua volontà. Che è sempre salvezza. In gamba questo Giuseppe!