In occasione della “Giornata Scolastica della non violenza e della pace”, mi piace raccontare un’esperienza concreta, lasciando da parte le riflessioni che rischiano di apparire scontate e facendo parlare i giovani protagonisti. Si chiamano “Ambasciatori di Pace”, sono studenti di alcune scuole Secondarie di II grado e, grazie ai loro dirigenti e ai docenti, hanno la possibilità di fare un percorso formativo che li investe ogni anno di questa responsabilità. “Essere un Ambasciatore di Pace – dice Vincenzo – significa avere la possibilità di mettermi in gioco, aiutando gli altri e cercando di dare il massimo, ma anche espandere la mia conoscenza, cercando di imparare il più possibile da tutte le culture e paesi, creando occasioni di aiuto con piccoli gesti”.
Scelti per l’esempio che danno con le loro azioni, per lo spirito e le parole di vera umanità che dimostrano nella vita quotidiana, cercano di essere costruttori di pace, grazie ad una rete estesa in più di 100 Paesi. Il “Circolo Universale degli Ambasciatori di Pace” partecipa per creare o aiutare a creare azioni e progetti a livello nazionale e internazionale, interventi quotidiani e concreti, gesti di gentilezza, rispetto, aiuto, solidarietà, condivisione, utilizzando il metodo del “6×1”: Osservare, Pensare, Coinvolgere, Agire, Valutare, Celebrare. “È stata un’esperienza bellissima – affermano Giulia e Alessio – che ci ha formati sotto ogni punto di vista; non è stato il solito corso suggerito dai prof che svanisce appena finito, ma un percorso vero e proprio per noi e per le persone attorno a noi. Abbiamo imparato che donarsi alle persone è il gesto più bello che possa esistere; ‘chi dona riceve sempre’ e vogliamo basare la nostra vita su questa piccola frase anche se sembra insignificante, perché solo così il nostro cuore sorride insieme a chi aiutiamo”.
Questa esperienza nasce dal progetto “Living Peace International”, sorto in Egitto nel 2012 da Carlos Palma, un insegnante uruguaiano che, vivendo in Medio Oriente da oltre 25 anni il dramma delle continue guerre e conflitti, si è chiesto come poter dare una risposta concreta al bisogno di pace. Per questo ha proposto ai suoi alunni di cominciare la giornata lanciando il “Dado della pace” e alle ore 12 il “Time out” (tutti i giorni in ogni fuso orario un minuto di silenzio, di preghiera o riflessione sulla pace; pratica proposta da Chiara Lubich nel 1991 durante la guerra del Golfo). Da lì – proprio da una scuola – si è diffuso pian piano ad altre scuole e università dei cinque continenti e nel 2015 il “Circolo Universale degli Ambasciatori di Pace”, in sinergia con “Living Peace International”, ha creato i “Giovani Ambasciatori di Pace”.
“Il corso organizzato da Living Peace – sottolinea Maria Francesca – mi ha incoraggiata e mostrato quanto io possa aiutare la comunità in moltissimi modi diversi. Vedere i numerosi progetti realizzati mi ha riempito il cuore di felicità e mi ha spinta a fare di più. Essere una Giovane Ambasciatrice della Pace per me significa tanto, mi ha legata ancora di più a tutte quelle persone che danno e che ricevono senza distinzione, perché ho imparato che, quando si fa volontariato, chi dona riceve allo stesso modo serenità, conforto e sollievo”. Si sbracciano le maniche laddove si trovano per una serie di attività: raccolte fondi attraverso spettacoli teatrali, fiere o altre modalità; la celebrazione della Giornata della Pace, la partecipazione alla RUN4UNITY con una staffetta mondiale per la pace; l’impegno nel volontariato per aiutare i piccoli a studiare nelle zone difficili della città.