Il 19 novembre ricorre la Giornata internazionale dell’uomo, un appuntamento non riconosciuto dalle Nazioni unite, ma celebrato in molti Paesi nel mondo. E può essere per noi spunto di riflessione sulla figura maschile. Uno degli obiettivi di questa ricorrenza è quello di valorizzare tutti quegli uomini che lavorano, sono di sostegno alla famiglia, impegnati nella società in cui vivono. Purtroppo, a causa dei fatti di cronaca, il sesso maschile troppo spesso viene presentato solo come violento.
Molti uomini sono dei padri eccezionali, da cui i giovani possono prendere esempio. La figura paterna è coessenziale a quella materna, come è sacrosanto valorizzare il genio, la creatività e l’intelligenza delle donne, è altrettanto essenziale la funzione paterna. Questa diversità e complementarietà nasce dal cuore di Dio, quindi, bisogna essere capaci di vedere la bellezza della virilità e della mascolinità che purtroppo viene troppo spessa evidenziata solo nel suo aspetto più negativo e violento. Queste due caratteristiche, invece, possono diventare positive se indirizzate a proteggere le fasce più deboli della società.
L’uomo è un dono, al pari della donna. E’ ovvio che l’uomo si distingue per l’impegno, la forza, il lavoro, la guida, colui che difende la vita debole. La maggioranza degli uomini, questo bisogna sottolinearlo, ha queste caratteristiche, altrimenti il mondo non potrebbe andare avanti.
Sono molti gli uomini del mondo dello spettacolo, del calcio, ma soprattutto tra i santi, da cui le nuove generazioni possono prendere esempio per poter indirizzare al meglio la loro vita. Mi viene in mente San Giuseppe. Ma anche più vicino a noi abbiamo dei modelli positivi. Penso a mio padre, che si alzava presto la mattina per andare a lavoro, per non far mancare mai niente in casa, noi eravamo sette fratelli. Non l’ho mai visto mancare di rispetto a mia madre. Come lui, sono tanti i padri di famiglia che lavorano sodo, sono attenti al bene comune, sanno divertirsi in modo sano, sono amanti della cultura, dello spettacolo, sanno stare nel mondo, ovviamente con i loro pregi e difetti, nel bene e nel male. Sono tanti gli uomini di buona volontà come il giudice Livatino, Borsellino e Falcone, ma anche i tanti medici e infermieri che hanno dato la loro vita durante la pandemia, i vigili del fuoco che intervengono in situazioni molto pericolose. Ognuno di noi deve impegnarsi nella costruzione e nella ricerca del bene.