Si conclude la Settimana Laudato Si 2021, si conclude l’Anno Laudato Si promulgato da Papa Francesco lo scorso 24 maggio 2020, ma l’urgenza di porre un freno alla crisi ecologica in atto rimane ed anzi – se fosse possibile – diviene sempre più necessaria. Così il Santo Padre sente la necessità di mobilitare tutte le donne e gli uomini di buona volontà a dare un contributo concreto per una conversione ecologica.
Papa Francesco sottolinea, infatti, che “tutti possiamo collaborare, ognuno con la propria cultura ed esperienza, ciascuno con le proprie iniziative e capacità, perché la nostra madre Terra ritorni alla sua originale bellezza e la creazione torni a risplendere secondo il progetto di Dio” e lo fa lanciando al mondo una nuova sfida, quella di una “Piattaforma” delle pratiche ecologiche, che coinvolga tutti e valorizzi tutti, ma – per contro – evidenzi tutti coloro che questa conversione non la vogliono e preferiscono continuare a sfruttare la terra e chi la abita (esseri umani, animali, flora, suolo ed acqua).
È il messaggio dell’Enciclica Laudato Si che si rinnova, che gemma sempre nuovi frutti e che coinvolge sempre più persone e organizzazioni sensibili. Un messaggio che assume sempre più un linguaggio e un orizzonte sociale, che si pone “in ascolto del grido della terra e dei poveri” per sviluppare azioni concrete di cambiamento.
Per rispondere al duplice grido della Terra e dei poveri, Francesco indica una priorità: “un nuovo approccio ecologico, che trasformi il nostro modo di abitare il mondo, i nostri stili di vita, la nostra relazione con le risorse della Terra e, in generale, il modo di guardare all’uomo e di vivere la vita”.
Abbiamo una grande responsabilità – dice ancora il Papa – specialmente nei confronti delle future generazioni. Che mondo vogliamo lasciare ai nostri bambini e ai nostri giovani? Il nostro egoismo, la nostra indifferenza e i nostri stili irresponsabili stanno minacciando il futuro dei nostri ragazzi! Rinnovo allora il mio appello: prendiamoci cura della nostra madre Terra, vinciamo la tentazione dell’egoismo che ci rende predatori delle risorse, coltiviamo il rispetto per i doni della Terra e della creazione, inauguriamo uno stile di vita e una società finalmente ecosostenibili: abbiamo l’opportunità di preparare un domani migliore per tutti. Dalle mani di Dio abbiamo ricevuto un giardino, ai nostri figli non possiamo lasciare un deserto.
Nel tema della Settimana del Laudato Si’ 2021 troviamo chiaramente questo messaggio “Sappiamo che le cose possono cambiare”. Lo stesso messaggio che troviamo a tema della 49^ Settimana sociale dei cattolici di Taranto che si terrà ad ottobre “Il Pianeta che speriamo”. Gli eventi che si sono svolti dal 16 al 25 maggio hanno celebrato ed evidenziato il grande progresso che l’intera Chiesa cattolica ha compiuto sulla via della conversione ecologica, soprattutto alla luce dell’emergenza sanitaria che il Pianeta sta attraversando.
Ecco come, fra momenti di workshop, formazione, preghiera ed eventi, questa Settimana ha guidato la Chiesa universale, sempre in dialogo con le altre Chiese e Religioni, in tutto il mondo, chiedendo con una “Giornata d’azione globale” ad individui, comunità e istituzioni in tutto il mondo di organizzare azioni concrete per prendersi cura della nostra casa comune.
Ci sono stati anche momenti forti di denuncia, come la Campagna per il disinvestimento dai combustibili fossi, con oltre 200 Organizzazioni cattoliche proiettate in questa direzione; o anche la giornata di Azione per l’accesso dell’acqua e dei presidi sanitari in ogni parte del mondo. Senza dimenticare mai la dimensione della contemplazione e dell’educazione, con la consegna del mandato missionario di cattolici per andare ad annunciare il Vangelo del creato in ogni angolo del globo.
Ecco perché l’Evento di chiusura per il lancio della Piattaforma di Iniziative Laudato Si’, che aiuterà a guidare questo lavoro nel prossimo decennio, un percorso in cui Papa Francesco coinvolge “dal basso” varie realtà: famiglie, comunità parrocchiali e diocesane, scuole e università, ospedali, imprese, aziende agricole ed istituti religiosi. “Un cammino di sette anni – spiega il Santo Padre – che vedrà impegnate in diversi modi le nostre comunità, perché diventino totalmente sostenibili, nello spirito dell’ecologia integrale”.
Per prendersi cura della Casa comune, il Papa indica sette obiettivi che accompagnano il cammino di questo programma operativo:
- la risposta al grido della Terra,
- l’ascolto del grido dei poveri,
- l’economia ecologica,
- l’adozione di uno stile di vita semplice,
- l’educazione ecologica,
- la spiritualità ecologica
- l’impegno comunitario.
Da tempo, ormai, questa casa che ci ospita soffre per ferite che noi provochiamo a causa di un atteggiamento predatorio, che ci fa sentire padroni del pianeta e delle sue risorse e ci autorizza a un uso irresponsabile dei beni che Dio ci ha dato. Oggi, queste ferite si manifestano drammaticamente in una crisi ecologica senza precedenti, che interessa il suolo, l’aria, l’acqua e, in genere, l’ecosistema in cui gli esseri umani vivono. L’attuale pandemia, poi, ha portato alla luce in modo ancora più forte il grido della natura e quello dei poveri che ne subiscono maggiormente le conseguenze, evidenziando che tutto è interconnesso e interdipendente e che la nostra salute non è separata dalla salute dell’ambiente in cui viviamo.
È il tempo delle azioni profetiche, dei nuovi stili di vita, della conversione ecologica, di nuovi paradigmi economici: la Terra non è un bene da sciupare, ma un’eredità da trasmettere e sperare nel domani non è un bel sentimento, ma un compito che richiede azioni concrete oggi. Serve davvero costruire urgentemente una coscienza comune, in cui ciascuno faccia la propria parte, perché si capisca che nel bene comune c’è anche il mio bene, che non c’è alcuna contrapposizione. Serve passare da una “moda” che ci fa compiere azioni estemporanee di stampo ambientalista, ad una mentalità ecologica. Serve comprendere che il destino della terra e quello dell’uomo sono connessi e correlati.
Genesi 9:12-13 “Dio disse: “Ecco il segno del patto che io faccio tra Me e voi e ogni essere vivente che è con voi, per tutte le generazioni future; Io pongo il Mio arco nella nuvola, e servirà come segno del patto tra Me e la Terra.”
Dio ha fatto con noi un patto: rispettiamolo, non sprechiamo l’occasione. Facciamo anche fra noi un Patto per cambiare l’attuale economia e dare un’anima all’economia di domani.
«Non ci si salva da soli, ci si salva insieme»: con queste parole don Oreste, fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII, ci richiamava al senso e all’importanza del costruire insieme un nuovo modello di Società, la Società del gratuito e si può certamente assumere quella profezia per costruire oggi insieme una dimensione ecologica integrale.