Negli ultimi anni, il termine metaverso da oggetto di romanzi e film di fantascienza è divenuto un termine di uso quotidiano. Sembrerebbe ormai vicino il momento in cui questo spazio tridimensionale pervaderà la nostra esistenza. Famose multinazionali promettono la creazione di questo spazio virtuale in cui si le differenze con le realtà si assottigliano sino a divenire quasi impercettibili e la possibilità di vivere esperienza totalmente immersive, quasi reali.
Ebbene c’è da aspettarsi che questa tecnologia verrà adottata anche dalle grandi multinazionali del gioco d’azzardo. Sappiamo che il gioco d’azzardo on line non è certo una novità: ormai da decenni la pratica del gioco d’azzardo online è diffusa in modo capillare e assolutamente democratico all’interno della società, senza distinzioni di sesso, cultura o capacità economica.
Le tradizionali piattaforme di gioco online sono già frequentate da miliardi di appassionati, ma quando il metaverso permetterà di costruire sale da gioco virtuali cui poter accedere attraverso i propri avatar, riproducendo fedelmente casinò famosi, presumibilmente assisteremo ad un incremento delle visite.
Il metaverso offrirà un’esperienza di gioco ancora più immersiva, completa e accessibile ovunque ci si trovi, consentendo agli utenti di entrare nelle sale da gioco grazie ai propri avatar, sedere virtualmente ai tavoli verdi e farsi servire le carte da un croupier avatar. Ad oggi è possibile accedere ad alcune piattaforme 3D che organizzano eventi legati al gambling e permettono agli utenti di giocare in sale tridimensionali, comprando delle fiches sotto forma di token non fungibili – NFT – e quindi attraverso dei gettoni virtuali non riproducibili di cui si diventa proprietari.
La facilità di accesso alle piattaforme di gioco, attraverso la rete internet, ha destato grandi preoccupazioni tra i decisori politici europei: è talmente democratica la diffusione da essere complicato controllare gli accessi alle piattaforme da parte di soggetti fragili.
Alla complessità dei controlli della rete internet si aggiunge la inefficacia degli interventi normativi a tutela dei giochi d’azzardo per il gioco online e ancora di più per l’azzardo nel metaverso.
Ed, infatti, dal 2012 il gioco d’azzardo, oltre ad essere vietato ai minori di anni 18, non può essere pubblicizzato e, almeno sul piano normativo, si dovrebbe rispettare il distanziometro tra i luoghi dell’azzardo e quelli sensibili. Queste prescrizioni normative, già di per se insufficienti, appaiono del tutto inadeguate a tutelare gli utenti dell’azzardo nel metaverso.
Già per il gioco online la verifica dell’età degli utenti che accedono alle piattaforme è complessa: troppo semplici sono le modalità di elusione della normativa, ragione per cui molti chiedono che venga prescritto l’impiego della SPID per accedere alle piattaforme. Figuriamoci quando il metaverso sarà divenuta realtà e più accattivanti saranno divenute le forme dell’azzardo, quanto potrà essere complicato inibire il gioco ai minorenni. Cosa dire poi della previsione del distanziometro introdotta dalla Legge Balduzzi ma priva di capillare applicazione? Quella disposizione normativa è stata salutata con favore dagli addetti ai lavori, in quanto svolgeva la funzione di limitare l’offerta di azzardo almeno nei pressi dei luoghi più sensibili come le scuole, gli ospedali o le chiese. Ebbene la virtualità del gioco on line rende impossibile imporre questo limite e spunta, ancora di più, le armi contro la diffusione dell’azzardo. Il metaverso, come tutte le innovazioni tecnologiche, non può e non deve essere ostacolato, ma richiede la previsione di norme certe che assicurino la tutela degli utenti maggiormente esposti, soprattutto se impiegato in settori ove il rischio per la salute è particolarmente elevato.