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L’importanza di chiamarsi Francesco

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“Non dimenticarti dei poveri“, suggerì in conclave il cardinale francescano Claudio Hummes. Jorge Mario Bergoglio ha reso quelle parole una profezia. Nella scelta del nome, infatti, è racchiuso il senso del pontificato di Francesco. Secondo il drammaturgo francese Jean Anouilh solo conoscendone le radici “le cose prendono il loro vero posto“. La quotidianità di Francesco lo dimostra. Venerdì scorso, nel giorno del suo onomastico, il Papa si è recato nell’atrio dell’Aula Paolo VI. Una visita “fuori programma” alle persone in condizioni di necessità. Accolte e accompagnate da alcune associazioni romane. In tanti attendevano di essere vaccinati. Il Pontefice ha salutato i presenti. Lungo il percorso preparato nell’Aula per la vaccinazione. Dall’ingresso fino all’area di attesa a procedura avvenuta. Al termine del tragitto si è fermato per offrire un uovo di cioccolata. Che è stato distribuito a tutti dal personale volontario. Nel rispetto delle misure sanitarie previste. Nell’uscire i presenti hanno intonato un canto di augurio per l’onomastico al Papa. Mentre si fermava a conversare con alcuni volontari. In un clima festoso e di affetto. Ringraziandoli e raccomandando loro di “continuare nell’impegno“. Tramite il cardinale Konrad Krajewski, Elemosiniere pontificio, il Papa ha rivolto parole di gratitudine. A quanti hanno contribuito per la procedura di vaccinazione. E per l’iniziativa del ”vaccino sospeso”. Che permetterà di raggiungere tanti in attesa di vaccino nei paesi più poveri. Nel giorno dell’onomastico papale sono state vaccinate 600 delle 1400 persone bisognose. A cui è stata somministrata la prima dose nelle scorse settimane. Ieri, poi, il Papa ha invocato “sacerdoti poveri che amano i poveri”. E’ questa la vocazione “doc” che il Pontefice ha indicato ordinando nove nuovi preti. “Per favore allontanatevi dalla vanità. Dall’orgoglio dei soldi- ha raccomandato il Papa-. Il diavolo entra dalle tasche. Siate poveri che amano i poveri. Non siate arrampicatori“. No, quindi, alla carriera ecclesiastica (“che poi diventi funzionario”).  E “quando un sacerdote diventa un imprenditore della parrocchia. Del collegio. Sia dove sia. Perde quella povertà. Che lo avvicina a Cristo povero crocifisso. E diventa imprenditore, non servitore“, ha evidenziato Jorge Mario Bergoglio. Francesco ha riferito un aneddoto come monito. “Ho sentito una storia che mi ha commosso. Di un sacerdote molto capace che aveva in mano tanta amministrazione. Ma dal cuore attaccato a quell’ufficio. Un giorno cacciò un anziano dipendente che poco dopo morì”. Da qui il monito ai nuovi sacerdoti. “Abbiate sempre davanti questa immaginate di imprenditore spietato. Pastori vicini a Dio. Al vescovo. Fra voi. E al popolo di Dio. Mai imprenditori. E allontanatevi dal denaro“.

Giacomo Galeazzi: