Al G7 Papa Francesco ha dato prova della leadership morale che ne fa il punto di riferimento per l’umanità dilaniata dalla “terza guerra mondiale a pezzi”. Dando voce a chi non trova ascolto, Francesco conferma che il tema della misericordia gli è talmente caro da averlo scelto come motto episcopale, “Miserando atque eligendo“. Sulla scia della “Dives in misericordia” di Giovanni Paolo II, Francesco testimonia ovunque l’urgenza di annunciare e testimoniare la misericordia nel mondo contemporaneo. Con un nuovo entusiasmo e con una rinnovata azione pastorale, perché ciò è determinante per la Chiesa e per la credibilità del suo annuncio. “Là dove la Chiesa è presente, là deve essere evidente la misericordia del Padre e dovunque vi sono dei cristiani, chiunque deve poter trovare un’oasi di misericordia – insegna il Pontefice-. Non giudicare e non condannare, ma perdonare e donare, restando lontani dalle ‘chiacchiere’, dalle parole mosse da gelosia ed invidia e cogliendo il buono che c’è in ogni persona, diventando strumenti del perdono. Aprire il cuore portando consolazione, misericordia, solidarietà e attenzione a quanti vivono situazioni di precarietà e sofferenza nel mondo di oggi. Alle tante persone private della dignità. Che il loro grido diventi il nostro”. Così “insieme possiamo spezzare la barriera di indifferenza che spesso regna sovrana per nascondere l’ipocrisia e l’egoismo“.
L’ambasciatore russo Ivan Soltanovsky ha dichiarato alla Tass che la Santa Sede resta uno dei pochi attori globali che favoriscono la diplomazia, la pace e il dialogo basato sul rispetto reciproco e sulla considerazione degli interessi. E ha esaltato quel “pensare fuori dagli schemi” proprio del Pontefice. Nell’incontro avvenuto a margine del G7 di Borgo Egnazia il presidente americano Joe Biden e Francesco hanno sottolineato l’urgente necessità di un cessate il fuoco immediato e di un accordo per riportare a casa gli ostaggi e affrontare la critica crisi umanitaria a Gaza”. Joe Biden ha ringraziato il Pontefice “per il lavoro svolto dal Vaticano per affrontare l’impatto umanitario della guerra di aggressione della Russia in Ucraina, compresi i suoi sforzi per aiutare a riportare i bambini ucraini rapiti alle loro famiglie“. Il presidente americano ha ribadito il suo profondo apprezzamento per l’instancabile impegno del Papa a favore dei poveri e di coloro che soffrono a causa delle persecuzioni, degli effetti del cambiamento climatico e dei conflitti in tutto il mondo.
“Abbiamo vissuto un momento storico con la presenza di Papa Francesco. È la prima volta di un pontefice al G7 e io sono davvero onorata che questo sia accaduto sotto la presidenza italiana. Ringrazio ancora Papa Francesco per aver accettato il nostro invito, per aver condiviso con noi le sue riflessioni per uno sviluppo etico e centrato sull’uomo di una tecnologia rivoluzionaria come l’intelligenza artificiale”, ha detto la premier Giorgia Meloni in un video diffuso su social al termine dei lavori del G7 di Borgo Egnazia. “Le sue parole sono state fonte di ispirazione per tutti noi”, ha aggiunto la presidente del Consiglio. I temi della pace e della diseguaglianza sono stati al centro del colloquio privato tenuto a margine del G7 tra il presidente del Brasile, Luiz Inacio Lula da Silva e Francesco. “Abbiamo parlato di pace, di lotta alla fame e della necessaria riduzione delle disuguaglianze nel mondo“, ha scritto il leader brasiliano sui social accompagnando la pubblicazione con una foto dell’incontro.
Il Papa si è recato in Puglia per raccogliere impegni fattivi per la pace. Innanzitutto attraverso dieci incontri bilaterali ma poi anche con l’appello alla “sana politica” che deve governare tutti i processi, compresa l’intelligenza artificiale. Francesco chiede di mettere al bando le armi autonome. E non è un mistero che il primo uso massiccio, come ha scritto in questi giorni l’Osservatore Romano, si sta verificando a Gaza. Francesco al G7 di Borgo Egnazia afferma che “nessuna macchina dovrebbe mai scegliere se togliere la vita ad un essere umano”. Nel discorso non nomina Gaza e neanche l’Ucraina, ma chiama tutti alla responsabilità nella costruzione della pace: “Può funzionare il mondo senza politica? Può trovare una via efficace verso la fraternità universale e la pace sociale senza una buona politica? La nostra risposta a queste ultime domande è: no! La politica serve!”. Pace, diritti umani, finanza a misura d’uomo. Sono questi i temi usciti nei faccia a faccia tra papa Francesco e i capi di Stato e di governo. Tra i primi c’è quello con Volodymyr Zelensky che, alla fine dell’incontro fa sapere: “Abbiamo discusso della Formula della Pace, del ruolo della Santa Sede nello stabilire una pace giusta e duratura e delle aspettative per il vertice sulla pace globale”. “Dio ti benedica“, è l’augurio del Papa al presidente ucraino. Ma la tela della Santa Sede si tesse su tanti tavoli.
Proprio mentre Francesco ascoltava le ragioni di Kiev e il cardinale Pietro Parolin si preparava ad andare a Lucerna per partecipare alla Conferenza sulla pace per l’Ucraina. E a Roma il ministro degli Esteri vaticano, monsignor Paul Richard Gallagher, era all’ambasciata russa presso la Santa Sede (dove c’è stato un ricevimento per il Giorno della Russia) per garantire che il Vaticano conferma i suoi rapporti. A Borgo Egnazia altro attore importante nello scacchiere internazionale è stato Narendra Modi, appena riconfermato alla guida dell’India. “Ammiro il suo impegno al servizio della gente e a voler fare del pianeta un luogo migliore”, commenta sui social il leader che ha rinnovato l’invito al Papa a visitare il suo Paese. Un altro incontro chiave quello con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. “Con Francesco al G7 riaffermiamo il nostro impegno condiviso per un mondo più unito e giusto per le persone e per il pianeta. Lavoriamo tutti insieme per creare le condizioni per una pace duratura”, ha detto dopo il bilaterale il presidente francese Emmanuel Macron. E poi l’attenzione di Francesco per una finanza dal volto umano. Kristalina Georgieva, direttore generale del Fondo Monetario Internazionale, nell’incontro è rimasta colpita dal suo “messaggio per la pace, per la cooperazione e l’attenzione nei confronti delle persone nel bisogno”. Il bilaterale con il premier canadese Justin Trudeau ha una risvolto specifico nelle relazioni tra il Paese e la Santa Sede. Dopo il processo di riconciliazione con le popolazioni indigene, al quale il Papa ha dedicato un viaggio apostolico nel 2022, Trudeau ha chiesto al Pontefice di “restituire alcuni manufatti indigeni” che sono conservati nei Musei Vaticani.