In questo periodo la curva inflazionale sta crescendo meno e si sta raffreddando ma, i prezzi al consumo, sono aumentati e si sommano ai rincari precedenti. Ad esempio, se l’inflazione è passata dall’8,1%del 2022 al 5,7% nel 2023 i due incrementi si vanno ad aggiungere a quelli degli anni passati. Nello scorso triennio, i rincari per le famiglie sono stati nell’ordine del 15 – 20%. La situazione sta quindi diventando travolgente. Il pane e la pasta, due alimenti fondamentali per la dieta degli italiani, sono aumentati con percentuali oscillanti tra il 60 ed oltre il 100%.
A pagare le conseguenze maggiori di tali rincari sono i cittadini in condizione di maggior fragilità economica e sociale. In questa situazione servono provvedimenti di carattere strutturale: occorre che si metta mano all’economia e ai salari. Il modo principale per far aumentare il potere d’acquisto degli italiani agendo sul versante dell’aumento dell’occupazione e sull’incremento di pensioni e stipendi. Per migliorare la situazione però, è necessario anche accelerare sugli investimenti importanti per il nostro Paese, tra cui quelli previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza di cui, attualmente, è stata spesa poco più del 10% della somma stanziata. Occorre fare di più e, in questo modo, si potranno intravedere degli spiragli per migliorare la situazione globale delle famiglie e dei cittadini.