Jorge Mario Bergoglio mette in guardia dai rischi di una democrazia a bassa intensità e nella Evangelii gaudium sottolinea l’importanza di tutelare il pluralismo, un altro baluardo della teoria democratica, quando propone il modello del poliedro per garantire la presenza di tutte le parzialità sia nell’azione pastorale, che in quella politica. Vi sono sfide che vanno affrontate con senso critico e nel quadro di una cultura integrale (non integrista), poggiante sulla base di un umanesimo trascendente. Tra queste sfide vanno segnalate: le diseguaglianze, la custodia dell’ambiente, la promozione del lavoro per tutti in un momento in cui irrompe l’intelligenza artificiale, l’urgenza della pace mondiale, la riforma radicale delle istituzioni internazionali, la trasformazione culturale nella direzione di un umanesimo trascendente, la tutela dello Stato di diritto e della democrazia, l’integrazione socio-culturale dei migranti, le quali urgono: un discernimento sapienziale, la compattazione di una nuova sintesi culturale come anche la creazione di percorsi comuni orientati alla partecipazione della vita civile.
Ma la forza della partecipazione civile, se rivela giovinezza e vitalità incipienti, non basta per dare attuazione, sul piano polittico, al bene comune di un «noi comunitario» chiamato popolo. Occorre anche una partecipazione politica (!), supportata da adeguata cultura e vita spirituale, da un’azione plurale, comunitaria, generativa. Occorre superare – non negare, bensì integrare e completare – il civile. Occorre essere presenti nel politico, là ove si prendono le decisioni e si approvano le leggi che aiutano la società civile a compiersi. Naturalmente, prima ancora di essere una forma di governo, di buone pratiche, di principi strutturali (Costituzione, rappresentanza, divisione dei poteri, ordinamenti giuridici, di regole procedurali come il metodo della maggioranza) la democrazia è espressione della vita morale e spirituale del popolo.
Ha origine nelle persone, nella loro indigenza, nella loro ricchezza d’essere, intesa come capacità di pensiero e di parola, di creatività sociale e di immaginazione politica. Ha a che fare con il sentirsi parte di un tutto che ci completa – in termini di solidarietà e di sussidiarietà – e che supporta il nostro compimento umano in Dio. La partecipazione politica, ma anche partitica, deve poter disporre di strumenti che la possano esprimere e far valere, in maniera che possa incidere nei processi decisionali, democratici e partecipativi, cruciali per la difesa e la promozione del bene comune in sintonia con la dignità delle persone e con la pace.