“Là dove c’è il tuo tesoro, ci sarà anche il tuo cuore”. È una frase evangelica che mi ha sempre colpito, perché l’immagine del tesoro collima con un atteggiamento di ricerca e trovare il tesoro fa pensare ad una felicità senza limiti. Ho sempre pensato che il Tesoro sia nella relazione con gli altri, a partire da chi ti ha generato, da chi ti accompagna nel cammino della vita, da chi scegli per viverla insieme, da coloro che incontri e con cui intrecci relazioni talmente forti da non dimenticarle mai.
Ho avuto tanta fortuna in questo, forse è per questo che ci sono persone che mi mancano fisicamente, ma con cui continuo a vivere una relazione spirituale intensa, forse superiore…sia pure a distanza. Ecco, se mi è consentito un paragone con l’attualità, in un tempo che ci ha isolati, siamo riusciti a costruire nuove relazioni umane, molto più forti di prima, molto più significative…anche a distanza.
Ed in un tempo in cui la vita di tante persone – penso ai giovani soprattutto – può risultare mediocre e spenta, mi sento davvero fortunato, perché sento che la mia vita è spesa per qualcuno. Così come ci sono tanti adulti che si sono accontentati di cose attraenti ma effimere, di bagliori luccicanti ma illusori, per poi scoprire che oltre non c’era più nulla, Papa Francesco ci ha proposto un’opzione di ricerca del tesoro nascosto nel campo, quella di essere disposti a giocarsi tutto.
Ma questo atteggiamento può maturare soltanto se sviluppiamo una sana inquietudine, se mettiamo in discussione le nostre sicurezze mondane che ci impediscono la ricerca e la costruzione del Regno: la bramosia di possedere, la sete di guadagno e di potere, il pensare solo a noi stessi. La difficoltà che in tanti vivono (e che capita di vivere anche a me) è legata ad un vivere i momenti della vita con un approccio consumistico, quasi usa e getta, senza ricercare momenti di immersione profonda. Staccarsi dalle cose vane e dalla vita superficiale per entrare nella vita vera, dove si può arrivare solo attraversando il “deserto” interiore.
Al centro di tutto questo c’è l’Amore ed è forse proprio l’amore che manca a tanti “vagabondi della vita”. Don Oreste Benzi, fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII, ci dice che l’Amore va imparato, che essere innamorati è una scelta. L’Amore ci fa comprendere ciò che è effimero e ciò che ha valore. Oggi si misura la grandezza dell’uomo da ciò che possiede, da quanto è potente, dalla sua capacità di plagio sugli altri.
Ma quest’ottica sta portando il Mondo e ciascuno di noi a pensare in maniera relativistica, a predicare e praticare in maniera diversa, ad accettare come giusti o necessari l’odio, la violenza, la fame, la guerra… A casa nostra come su tutta la Terra. E’ davvero possibile “giocarsi tutto”, “amare senza pretendere nulla in cambio”, cercare e trovare la vera pace che è “nei piccoli, nei poveri, nei sofferenti”. Torna così il tema della Relazione, dell’agire con, di un Amore che si da e si riceve.
Ogni volta che penso a questo, mi viene in mente che gli stati di vita non si scelgono, sono – come tutta la vita – un dono che non va compreso, va vissuto. Se anche dovessi essere molto fortunato (impossibile, ma potrei pensarlo) da non avere mai bisogno di nessuno, presto o tardi avrò bisogno di qualcuno che “mi cinga le vesti”, avrò bisogno di sentirmi soccorso, accolto, pensato, amato da qualcuno. In questo c’è tutto il tesoro che sento importante, il contrario delle cose superflue che offre il mondo, il contrario di una vita banale.
“C’è bisogno di avere un cuore creativo e cercatore, che non ripete ma inventa, tracciando e percorrendo strade nuove, che ci portano ad amare Dio, ad amare gli altri, ad amare veramente noi stessi” ha detto Papa Francesco. Se potessimo vedere la nostra vita mentre la stiamo vivendo, credo che la cambieremmo subito. Trascorriamo la vita ad accumulare ricchezze e sicurezze materiali, ad ogni costo, ci sembra sia quello l’orizzonte, il tesoro, salvo poi scoprire che tutto questo ci lascia soli e tristi. Per accumulare qualche centesimo in più abbiamo dimenticato di voler bene ai nostri cari. Abbiamo negato una carezza ai nostri figli. Un sorriso ai nostri genitori anziani. Abbiamo fatto finta di non vedere il povero sul ciglio della strada, bastonato dai briganti.
Andiamo allora alla ricerca del vero Tesoro, quello che si costruisce con le relazioni di amore vero e disinteressato… Perché, dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore”. E dove c’è il nostro cuore c’è l’amore. L’amore che abbiamo ricevuto, l’amore che abbiamo dato, ed anche quello che non siamo stati capaci di dare. “Alla sera della vita saremo giudicati sull’amore” (S. Giovanni della Croce).