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La compassione non uccide mai. Stop all’eutanasia e al suicidio assistito

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Le ragioni del no all’eutanasia e al suicidio assistito. “La Chiesa chiede di aiutare a morire con dignità. Lo ha sempre fatto”, ha ribadito Papa Francesco nell’intervista a Radio Cope. E ha aggiunto: “Viviamo una cultura dello scarto. Ciò che è inutile viene scartato. Come vecchi e malati terminali”.In coerenza col Magistero pontificio ed ecclesiale, in tutto il mondo i cattolici si mobilitano a difesa della vita. Per respingere le proposte di legge sull’eutanasia e il suicidio assistito. In Australia una petizione è stata lanciata dai cattolici e presentata al Parlamento dello stato di Queensland. Dove un controverso disegno di legge sul suicidio assistito volontario legalizza l’eutanasia. A sostegno della petizione si è schierato l’arcivescovo di Brisbane. Monsignor Mark Coleridge, in una lettera aperta, esorta i cattolici, le loro famiglie e gli amici a firmare la petizione. E sottolinea il rilievo etico e sociale della questione.La rete degli ospedali cattolici ha apertamente rifiutato la via dell’eutanasia. I medici cattolici segnalano il pericolo. Le leggi proposte prevarrebbero sull’obiezione di coscienza. E ciò vale per ospedali, case di cura e personale medico che si oppongono all’eutanasia. In Australia il disegno di legge è perentorio. I pazienti morenti sono troppo malati o fragili per spostarsi e chiedono l’eutanasia? Gli ospedali sono costretti a consentire l’eutanasia nelle loro istituzioni. Per scongiurare questo rischio a Brisbane si è svolta una “Marcia per la vita“. I cattolici australiani protestano compatti contro le proposte di legge sull’eutanasia. Sono in corso la mobilitazione della Chiesa e la sensibilizzazione dell’opinione pubblica. Attraverso un’opera condotta sul territori dalle varie parrocchie. Anche andando casa per casa. Il motto della campagna contro l’eutanasia è “La compassione non uccide mai”. Un segnale forte per l’assemblea legislativa dello stato.No, quindi, a leggi che capovolgono i principi fondamentali che hanno sostenuto per secoli i nostri sistemi medici e legali. E cioè l’etica del “non nuocere” e il divieto di uccidere. Di qui l’appello di vescovi e credenti. Occorre fare tutto il possibile per proteggere gli abitanti. Piuttosto che aiutarli a morire. Le leggi sull’eutanasia e sul suicidio assistito minano un fondamentale rapporto di fiducia. Quello che dovrebbe esistere tra un paziente e il proprio medico. Hanno il potenziale per mettere a rischio di morte illegittima le persone vulnerabili. Ossia gli anziani e i malati terminali. Esercitando pressione su di loro. Affinché si tolgano la vita in modo da non essere un “peso”. Per la loro famiglia e i loro amici. “Lo abbiamo visto accadere in Paesi oltreoceano che hanno seguito questa strada“, avverte l’episcopato. In Australia parrocchie e diocesi invitano i cattolici a firmare la petizione. Promossa da “Hope”. Cioè dalla coalizione della società civile di gruppi che si oppongono all’eutanasia e al suicidio assistito. Sono già migliaia le e-mail inviate dai cittadini ai membri del parlamento del Queensland. Una mobilitazione per mettere il guardia il legislatore dagli effetti nefasti di questi provvedimenti. Ai danni della vita. Un bene che va salvaguardato. Dal concepimento al suo termine naturale.

Giacomo Galeazzi: