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Epifania: Gesù che si dona piccolo per farci grandi nella fede

Un Bambino deposto, agiato nella mangiatoia: immagine potente del “sepolcro” e della “ultima cena”, in quel “darsi per amore, solo per amore”, in quel donarsi fino alla morte e alla morte in croce. Quante volte, già da Bambino, ci ha detto e testimoniato “prendete e mangiate”, perché “chi mangia di me, vivrà per me”. Già da Betlemme egli manifesta il Suo Essere Dio e ci consegna il Suo corpo e il Suo sangue: nutritevi di me, sempre! Piccoli e grandi, potenti e ricchi della Terra. Poveri e affamati d’Amore, guerrafondai e cercatori di pace. Già dalla “grotta di Betlemme” (Casa del Pane), ci ha nutriti e continuerà a farlo in abbondanza, se lo accoglieremo e se permetteremo che riempia “i vuoti” della vita.

I potenti “abbuffati di potere”, i “ricchi” che sfamano i popoli, i supponenti che violano i deboli, i perversi che come cannibali non risparmiano alcuna carne innocente per piaceri perversi, sono solo degli “affamati”, “canne sbattute dal vento” che cadranno sul terreno di battaglia della vita, lasciando la vittoria alle “beatitudini”. E’ un Bambino che ha fatto tale promessa! Non certamente capriccioso, ma “uno di Parola”, che realizzerà quanto detto.

Da Betlemme, Epifania del pane, manifestazione della piccolezza di Dio, il Bambino ci richiama sulla nostra ipocrisia e ci interpella sulla nostra “obesità del peccato” che ci rende troppo pieni di noi stessi: la superbia, l’avarizia, l’ira, l’invidia, la lussuria, la gola e l’accidia. I vizi capitali distruggono ogni bellezza della vita e distruggono anche la semplicità di una mangiatoia che vorremmo fare diventare con mattoni d’oro e d’argento per camuffare i nostri misfatti, i nostri vizi, appunto, che sono difetto, ma anche abitudine deviata, storta, fuori dal retto sentiero. Quanti devastanti “mali” insanguinano ancora oggi i “panni che avvolsero Gesù Bambino” e continuano a infreddolire e a gelare chi non “trova posto” nei cuori, nelle case serrate dei ricchi proprietari: quante case vuote e quante persone cercano un riparo e muoiono infreddoliti per strada!

Mi sono sempre chiesto, fin da bambino, cosa i Re Magi cercassero, perché questi uomini potenti – come anche i pastori – andassero a prostrarsi ai piedi di un Bambino. Cercavano la Fede, la Speranza e la Carità. I doni offerti non servivano per accreditarsi un potere, per ricevere una porzione di terra, ma stavano ad indicare che Lui, Gesù, era il dono atteso per l’umanità.

Lui, se riconosciuto grazie al dono della fede, è la piena gratuità dell’amore; è il dono che, se accolto, genera felicità e grazia; è l’esplosione della “civiltà dell’amore”; è il Segno dei segni di Speranza che “non confundit”. Le “opere di misericordia”, compiute con gratuità, senza tornaconto, risvegliano nei cuori cammini sempre nuovi per irrorare, come una sorgete di acqua viva zampillante, nuove speranze: la vita nella Vita, che è Gesù stesso.

Un Bambino che non ci lascerà mai soli, perché “fino a quando nascerà un bambino sulla terra, è segno che Dio non si è ancora stancato dell’umanità” (R.Tagore); e come potrebbe Dio che è Amore rivelato nel Bambino, nel suo unigenito Figlio, dimenticarsi dell’Amore smisurato, già donato, per questa umanità che molte volte, e ancora oggi, non ha conosciuto la luce che rischiara le tenebre? Un Bambino che nei testimoni della fede credibili, forti e incrollabili fino a dare la vita, ci indicherà che chi vive in Lui, vivrà per Lui. Un Bambino che ci ammonisce sul fatto che i bambini, i piccoli, sono il “modello del discepolato”; che ci indica la schiera dei Santi bambini come modello di una Chiesa a servizio dei piccoli e dei deboli. Il Bambino nella vita dei bambini ci interpellerà sempre sulla nostra natura di creature a Sua immagine e somiglianza.

Un Bambino che ci testimonierà fino alla fine il dono dell’amore; che bisogna partire dai piccoli, dai bambini: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli l’avete fatto a me” (Mt 25, 35.40). Sia un’Epifania di Lui, per noi: Gesù che si dona piccolo per farci grandi nella fede.

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