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Elezioni europee: la partita è appena iniziata

Dai sondaggi, in generale, preferiamo star lontani. E se proprio dobbiamo maneggiarne qualcuno, preferiamo farlo con cautela. Ma quello realizzato dalla Swg Radar per il Tg de La7, diretto da Enrico Mentana, merita una certa considerazione. Numeri alla mano gli italiani sono propensi a bocciare la candidatura dei leader politici alle Europee: sei su dieci la ritengono “inopportuna” perché “sanno già che non andranno al Parlamento Europeo”. Il rilevamento Swg Radar, (ripreso anche da maggiori quotidiani), irrompe sulla scena in un momento particolarmente delicato per i partiti, impegnati come sono a dibattere sull’ipotesi di veder comparire sulla scheda elettorale i nomi di Giorgia Meloni (la premier ritiene che il suo nome avrebbe l’effetto di spingere Fdi oltre la soglia del 30 per cento) e Antonio Tajani nel centrodestra, e quello di Elly Schlein nel centrosinistra.

Il leader della Lega, Matteo Salvini, si è già tirato fuori dalle schermaglie, avendo annunciato che non si candiderà, mettendo sul tavolo altri nomi. Probabilmente i risultati del sondaggio erano già nell’orizzonte politico del vice premier. Tajani, dal canto suo, ha fatto sapere che deciderà dopo il congresso del partito che si tiene a febbraio. Tra gli altri leader, Carlo Calenda ha annunciato che non si candiderà, mentre Matteo Renzi sarà in lista. Dunque il dibattito politico nostrano gira intorno alla Meloni e alla Schlein e all’opportunità di candidarsi alle prossime elezioni europee. Tanto la premier quanto la leader del Pd, sono consapevoli del fatto che alle europee si vota con il proporzionale, considerando la tornata continentale un banco di prova per la loro leadership, andando al di là delle questioni europee. Ed proprio questa prospettiva, ancora da decifrare sino in fondo, ad agitare – e non poco, a quanto pare – i due campi contrapposti, mettendo in apprensione gli alleati delle «promesse candidate». E tutta questa agitazione, sottotraccia per ora, ma destinata a deflagrare con il passare dei giorni, la spiega bene un altro sondaggio realizzato per ‘Porta a Porta’ dall’istituto demoscopico Noto, relativo alle intenzioni di voto alle prossime EUROPEE.

Con Giorgia Meloni, se si presentasse capolista in tutte le circoscrizioni, Fratelli d’Italia passerebbe dal 28 al 32%. Secondo Noto sondaggi, con la candidatura di Elly Schlein in tutte le circoscrizioni, il Pd vedrebbe crescere il suo consenso dal 19,5 al 20%. Una eventuale candidatura della leader di Fdi penalizzerebbe la Lega che scenderebbe dall’8 al 6,5%, Forza Italia che passerebbe dal 7 al 6,5% e Noi Moderati che calerebbe dal 2 all’1,5%. Nelle intenzioni di voto al terzo posto si colloca il Movimento 5 Stelle con il 17%, poi Azione e Italia Viva entrambi al 3%, +Europa al 2,0%. La Schlein capolista favorirebbe anche Verdi-Sinistra, che passerebbe dal 3,5 al 4%. Noto ha dato anche un valore complessivo agli schieramenti: il centrodestra (Fdi – Lega- Fi – Noi Moderati) raggiungerebbe il 45% senza la candidatura di Meloni e un punto e mezzo in più con la sua candidatura. Mentre il centrosinistra (Pd – Verdi e Si – +Europa) passerebbe dal 25% al 26% con la candidatura Schlein.

Le tensioni quindi non riguardano i leader ma gli apparati dei partiti minori delle coalizioni, che potrebbero uscire non proprio bene delle europee. E tutto questo a causa di una legislazione elettorale europea che in molti considerano sbagliata, fino ai limiti dell’incomprensibile. Perché le consultazioni europee rappresentano l’occasione nella quale un perfetto proporzionalismo consente ai partiti di affermarsi con nettezza, liberi da vincoli di coalizione. E la ricerca delle preferenze in contesti così ampi sganciati dal dato territoriale, le rendono «terreno d’elezione» per l’affermazione e il consolidamento delle leadership. Le candidature contrapposte di Meloni e Schlein, dunque, potrebbero rappresentare la rampa di lancio per un bipolarismo fortemente polarizzato – centrifugo e non tendente al centro, come vorrebbe il fisiologico andamento dei sistemi politici – nel quale le opinioni radicali conteranno molto di più di quelle moderate. E la partita è appena iniziata…

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