Ci fa quasi tenerezza l’atteggiamento ingenuo di San Pietro e degli altri che erano con lui sulla barca, quando dichiarano a Gesù: “Davvero tu sei Figlio di Dio”. Sono sinceri, ma molto presto di fronte alle sofferenze che Cristo affronterà, dimenticheranno tutto, pensando ad un’illusione, ad un bel sogno.
Impauriti e smarriti, lo lasceranno solo. Hanno visto Gesù camminare sulle acque, Pietro stesso lo ha fatto: gli ha chiesto di poterlo raggiungere ed è andato verso di Lui che lo chiamava. Come noi, quando abbiamo incontrato il Signore nella nostra vita, lo abbiamo riconosciuto nei fatti e nelle persone, abbiamo sentito questo desiderio di andare verso Cristo, di stare con Lui.
Questo desiderio ci ha fatto sentire di essere capaci di fare qualsiasi cosa pur di raggiungerlo, proprio come Pietro che finché guarda Gesù cammina sulle acque. L’acqua, il mare, sono simbolo della morte: anche noi con Cristo abbiamo vinto questa paura, che ci costringe a cercare consolazioni illusorie, questo mare agitato che ci fa allontanare dal senso profondo della vita.
All’improvviso però abbiamo ricominciato a guardare noi stessi, abbiamo distolto lo sguardo da Cristo e ci siamo di nuovo fidati di noi. E siamo affondati, nelle difficoltà e nelle paure. Forse è stato un “vento forte”, qualcosa che ci ha scosso, che ha messo in dubbio che con Cristo, guardando Lui, ce l’avremmo fatta. E come Pietro siamo affondati.
Abbiamo anche noi pensato che forse ci eravamo soltanto illusi, che quel momento così bello di intimità e di gioia profonda, non ci apparteneva: non è un caso che spesso, dopo che abbiamo provato l’esperienza dell’amore di Cristo, che nel cuore si è assaporata la Verità, nella vita arrivi un vento forte e un mare agitato. E dubitiamo.
E’ il cammino della fede, fatto spesso di cadute, condizionato dalla nostra debolezza; proprio come quello degli apostoli. Ma Cristo li conosce, così come conosce noi; e come a loro, oggi ci tende la mano, viene in nostro soccorso e ci dice: “Uomo di poca fede perché hai dubitato?”.