Due ragazzi di 14 e 15 anni qualche giorno fa hanno ucciso il loro spacciatore, un uomo di 42 anni. L’intento sarebbe stato quello di punirlo per averli trascinati nella dipendenza della droga.
Le indagini faranno il loro corso ed emergeranno certamente altri elementi, i due adolescenti intanto rischiano l’accusa di omicidio premeditato e colpisce immaginarli capaci di organizzare un omicidio, di uccidere un uomo a coltellate.
In questa triste storia di cronaca però c’è qualcos’altro che attira l’attenzione: non si tratterebbe di un omicidio per droga come purtroppo spesso accade. Non c’entrerebbero soldi o partite di sostanze stupefacenti, ma il movente sarebbe la rabbia e la vendetta verso una persona ritenuta responsabile del loro malessere. Una dipendenza dalla quale probabilmente non si ritenevano capaci di uscire.
Si pone a questo punto una domanda, quasi scontata, ma d’obbligo: questa dipendenza quanto doveva essere forte e percepita come insuperabile per orchestrare un omicidio? Questi due ragazzi dovrebbero essersi sentiti come due dannati per l’eternità per pensare e fare una cosa del genere. Possibile? Possibile che nessuno abbia intercettato una presunta volontà di uscire dal giro delle droghe? Ed ancora: possibile che due ragazzini possano pensare ad un omicidio come soluzione e che la vendetta sia un sentimento così alla portata? Sembra la scena di un videogioco o di un film, un regolamento di conti senza valori e soprattutto senza pudore, senza filtro.
La droga è una trappola mortale per moltissimi giovani: cresce infatti il consumo di sostanze stupefacenti e diminuisce l’età in cui se ne viene in contatto per la prima volta. Ormai già tra gli 11 e i 14 anni, poco più che bambini, si provano le droghe. Non c’è la percezione di quanto facciano male e, diciamolo, nessuno glielo spiega veramente, con il giusto linguaggio e le giuste motivazioni. Non ci si fanno le canne o si sniffa cocaina perchè altrimenti mamma e papà si arrabbiano, ma perchè ipotechi i sogni di una vita, perchè ti chiudi in una gabbia che prima o poi ti soffocherà. Perchè tu meriti molto di più che bivaccare con qualche “amico” distruggendoti il cervello come se la vita non avesse un domani, un futuro, un progetto per cui vale la pena vivere. Un ragazzo che si droga è un ragazzo che smetterà di pensare che ci sia un motivo per cui vale la pena alzarsi la mattina, non sognerà più in grande e poco alla volta non avrà più voglia di fare nulla. E se avrà la fortuna di capirlo e il desiderio di smettere potrebbe doversi confrontare con delle conseguenze inevitabili e anche inimmaginabili, potrebbe aver già compromesso le sue capacità intellettive. Potrebbe aver già ucciso il suo spacciatore perché disperato. Uno spacciatore che a sua volta probabilmente è stato un ragazzino vittima della droga. Una vittima che si trasforma in carnefice e che poi torna ad essere vittima, una ruota il cui fulcro, purtroppo, è la droga.