Siamo tutti alla ricerca della Verità, del senso delle cose che ci accadono, della nostra vita. Come lo scriba che dialoga con Gesù nel Vangelo di Marco di questa domenica, anche noi possiamo trovare in Gesù la risposta a queste domande: l’incontro con Lui cambia il nostro modo di vivere, ci rende liberi dalle tante schiavitù che ci tendono come incatenati.
Infatti, senza questo incontro, ognuno di noi è come costretto ad affannarsi nel cercare il senso del perché esiste fuori di sé, a trovare qualcosa o qualcuno che gli permetta di sentirsi realizzato e amato. Ci impegniamo così nel raggiungere obiettivi, una cosa giusta e necessaria, ma che mai potrà davvero rispondere alla domanda fondamentale sul senso della vita.
Arriva così un giorno che scopriamo che tutto questo affannarci non è stato sufficiente, che sempre rimane in noi un senso di incompiutezza, come un sapore amaro di non aver poi davvero trovato quella pienezza che cercavamo. Perché nel profondo di ognuno di noi è nascosto un desiderio di Amore puro, che dà senso alla nostra vita, che è appagato quando incontra Dio.
Solo Gesù ha questo amore sconfinato verso di noi, un amore puro, senza limiti o condizioni, che ha mostrato dando la Sua vita per noi. Incontrare questo Amore puro, fedele e pieno, è trovare la risposta al senso della vita, è fare l’esperienza più fantastica! Sentirsi amati così, senza condizioni o esigenze, è sperimentare cosa vuol dire la Vita eterna.
Allora, anche osservare i due comandamenti dello Shemà non sarà un obbligo, una legge pesante, ma la risposta naturale a questo amore infinito, perché amare così «”vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici” (Marco 12, 33).