Gesù non è venuto a portare una legge ancor più esigente dei dieci comandamenti, come potremmo pensare ascoltando il brano di questa domenica del discorso della Montagna del Vangelo di Matteo. Una legge che appare impraticabile. Il punto però è che non si tratta di una legge.
Troppo spesso applichiamo al Vangelo una mentalità che pensa soltanto di una serie di norme e di leggi, come se Cristo non fosse venuto ad abolire le prescrizioni che schiacciano l’uomo ma ci imponesse nuovi “gioghi” oltre quelli che la vita già ci presenta e che ci mettono sempre davanti termini come vietato o permesso, buono o cattivo.
Come leggiamo in San Paolo così “Si rende vana la Croce di Cristo” (1°Corinzi 1, 17): l’uomo che non ha conosciuto l’Amore di Cristo vive ancora della mentalità del mondo, per cui cerca sempre una legge, una norma da osservare che lo faccia sentire al sicuro, giustificato…migliore degli altri.
Gesù è venuto invece a dare compimento alla legge, non ad inasprirla, e questo lo ha fatto con l’Amore, che è molto diverso da una serie di norme, da qualcosa che non possiamo realizzare da soli. Si tratta di un dono che possiamo ricevere da Lui, perché Cristo è il solo che abbia compiuto in pieno il discorso della Montagna: “Cristo ci ha riscattato dalla maledizione della legge divenendo Lui stesso maledizione per noi” (Galati 3,13).
Questo dono oggi è nuovamente offerto a noi, se lo desideriamo e se lo chiediamo: lo Spirito di Cristo ci permette di vivere non più di leggi ma d’amore, non più schiavi dei sensi di colpa, ma pieni di questo desiderio di donare.
Cominceremo finalmente ad accettarci come siamo, smetteremo di chiedere agli altri di cambiare, perché sarà possibile accoglierli così come sono. Con Cristo diventiamo capaci di perdonare, di non giudicare, di scusare, di comprendere le debolezze: capaci di Amare.