Il dono che ci ha fatto Dio: la libertà di essere suoi figli

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Seguire Cristo per dovere oppure perché gli altri pensino bene di noi, vivendo il nostro cammino di fede come qualcosa di esterno e superficiale, porta ad essere soltanto dei moralisti, proprio come i farisei che nel Vangelo di oggi criticano Gesù e i suoi discepoli perché non si sottopongono ai riti esterni di purificazione. Non si potrà mai essere cristiani per sentirsi “a posto”, per essere considerati delle brave persone.

Il Signore non ci vincola con regolette e doveri, perché Lui entra nel nostro cuore e trasforma tutta la nostra vita, che diviene così una chiamata alla felicità più grande: amare e donare questo amore che riceviamo da Lui agli altri. Gesù ha portato a noi qualcosa di molto più bello e profondo di una legge, la libertà dei figli di Dio e in questo non ci sono norme o prescrizioni, che fanno parte “della tradizione degli uomini”.

Nel Vangelo di Marco che ascoltiamo oggi Gesù ci invita ad essere sinceri, a non barare con noi stessi, a scegliere Cristo, prima della stima, degli affetti, del successo, dei soldi… per scoprire che la promessa del Vangelo è vera: “Tutto il resto vi sarà dato in abbondanza”, dirà Gesù ai Suoi che hanno lasciato tutto per seguirlo (Matteo 6,33). Apriamo davvero il nostro cuore a Cristo per ricevere dentro di noi il Suo Spirito: e allora tutto diventerà un dono.

Ma come può avvenire questo in noi? Abbandonando i nostri falsi ideali di religiosità, la nostra illusione di perfezionismo esteriore, riconoscendo che abbiamo bisogno di riconoscere la nostra povertà per poter affidare finalmente la nostra vita a Gesù, come diceva Santa Madre Teresa di Calcutta, di cui celebreremo la memoria giovedì prossimo: “Non è importante quanto abbiamo davvero da dare ma quanto siamo ‘vuoti’, in modo tale da essere pienamente pronti a ricevere. Distogliete gli occhi da voi stessi e rallegratevi di non avere niente, di non essere niente, di non poter fare niente. Sorridete felici a Gesù ogni volta che la vostra nullità vi spaventa”.

Allora potremo vedere che seguire il Signore è la più grande libertà, che nasce dall’accogliere Cristo e la Sua Parola nel nostro cuore.