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Don Oreste Benzi tra i santi in simbiosi con gli ultimi

In occasione della sua nascita in cielo ricordare don Oreste Benzi, oggi Servo di Dio, non è per me così facile avendolo accompagnato per tanti anni durante la sua infaticabile vita terrena e quindi sentendone una grande nostalgia. Umanamente mi ha lasciato un vuoto incolmabile per quella simbiosi affettiva, fraterna e sacerdotale che abbiamo condiviso. Nonostante lui fosse immerso nella “contempl-azione” in Gesù per il prossimo riusciva comunque a trovare il tempo per coltivare anche quei rapporti amichevoli che gli potessero dare un minimo di ristoro fraterno. Ma don Oreste stava bene con tutti, non faceva mai respirare qualche distanza anche quando l’empatia non era ai massimi livelli, comunque il santo sacerdote si impegnava ad accogliere nell’ascolto e nel non rinunciare mai al dialogo.

Foto © Riccardo Ghinelli

Spesso mi chiedono per diverse dinamiche sociali della nostra realtà odierna cosa direbbe e cosa farebbe don Oreste. Di sicuro non scenderebbe a patti con nessuno e non cambierebbe di una virgola il suo pensiero. Anzi esulterebbe nel sentire Papa Francesco dire con chiarezza che “l’aborto è un omicidio“, “si uccide un essere umano”, “i medici che si prestano a questo sono, permettetemi la parola, sicari”. “E su questo non si può discutere”. In effetti quando Francesco divenne il nuovo Pontefice, tutta la comunità Papa Giovanni XXIII esternava di sentire dai modi e dai concetti utilizzati dal Papa lo stesso identico stile di don Oreste in versione Papa. Negli anni questa particolarità è stata sempre confermata come se dal cielo in qualche angolo d’infinito ci fosse il prete dalla tonaca lisa a suggerire al successore di Pietro cosa dire e come agire. Sono certo che ci deve essere una connessione tra questi due uomini di Dio così come lo Spirito Santo continua a guidare la Chiesa unita a quella del cielo.

carità

Nel suo diciassettesimo anniversario celeste e nel centenario dalla sua nascita terrena il nostro “don”, così definito dai tanti che l’hanno incontrato e amato, continua a guidarci e sicuramente anche a proteggerci. Su questa terra il suo esempio ci spinge a non aver paura di andare contro corrente, a non comprometterci con le mode del mondo, a non svendere il dono unico della vocazione nata per condividere la vita con gli ultimi e l’impegno di rimuovere le cause che provocano ingiustizie sociali. L’intensità della sua vita spirituale e la passione che aveva verso Gesù, il suo modo di trasmettercelo continua ancora oggi a ridondare in chi lo ascoltava. Era sempre prodigo di testimonianza e supporto per coloro che ascoltavano il suo consiglio, senza mai imporre ma proponendo ciò che unisce piuttosto da ciò che divide.

I politici, di qualsiasi grado e sponda, continuerebbe a scuoterli, a pungolarli e anche a sgridarli con vigore quando vanno fuori dalla strada retta, da quei valori non negoziabili. Don Oreste non lascerebbe mai di portare quella tonaca andando lungo le strade dei poveri coinvolgendo la Chiesa ad essere profetica e “in uscita” e non con le pantofole e ferma in poltrona.

A chi domanda: ma quando farà i miracoli per diventare santo? Io rispondo che di miracoli ne ha fatti veramente tanti già nella sua vita terrena e anche in questi quasi due decenni vedendo tutte le persone recuperate, convertite e ripartite per la nuova vita risanata dalla vicinanza dei tanti fratelli e sorelle sparsi nel mondo, dove c’è il cuore del carisma fondato da don Oreste.

Il Vangelo insegna che l’albero si riconosce dai suoi frutti, quindi la testimonianza di don Oreste si riflette ogni giorno negli occhi e nelle mani dei piccoli a cui ha dato sostegno e voce lungo l’intero suo apostolato. Grazie don Oreste per questo solco così profondo di amore che ci hai lasciato e da cui continuiamo ad attingere con quella stessa gioia che hai saputo trasmettere insegnandoci a non fermarci mai dinanzi agli ostacoli bensì trasformarli in occasione di grazia.

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AUTORE

don Aldo Buonaiuto
don Aldo Buonaiuto
Fondatore e direttore editoriale di In Terris, è un sacerdote della Comunità Papa Giovanni XXIII. Da anni è impegnato nella lotta contro la prostituzione schiavizzata

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